IL MATRIMONIO.

 

La visione dello scapolone quarantenne medio.

 

Dopo una lunga parentesi sugli argomenti correlati alla sfera sessuale torniamo al nostro filo conduttore e, dopo aver trattato di conoscenza e forme di relazione, introduciamo il “forzato” step successivo: il matrimonio. Come cominciamo? Intervistiamo un quarantenne medio scapolone navigato che, con piglio marpione, sta ingozzandosi di patatine sorbendo l’aperitivo al bancone di un bar (mi sa che è il fratello di quello che abbiamo intervistato all’inizio). J.

Mi scusi, ci direbbe un po’ cosa ne pensa del matrimonio?”

“È tutto un casino. Tutto parte dalla domanda”.

“ Quale domanda? Quella di matrimonio?”.

“ No, temo che non la faccia più nessuno, ma dalla domanda femminile che porta al matrimonio medio… che è pressappoco questa: Allora cosa siamo noi? Questa è la domanda che terrorizza metà della popolazione maschile. Terrorizza perché si sa già dove porta”.

 “Al matrimonio?”.

 “Sì, come primo passo, poi al divorzio. J Ad un certo punto di un qualsiasi rapporto, quando scatta l’ormai noto orologio biologico, la donna attacca con questa domanda. ( Perché scatta l’orologio lo vedremo più seriamente più avanti adesso scherziamo un po’.) Quindi il tempo passato insieme è tutto costellato da domande: Cosa siamo cosa non siamo, cosa saremo, cosa fummo, ma quando è il momento giusto per fare un bambino?  Il maschietto ha già capito come va a finire, o inizia a parlare di matrimonio e di data delle nozze, o gli tocca saltare la trombata settimanale. Qui l’ardua scelta: sposarsi o partire alla strenua ricerca di un’altra disponibile. Se glissa si salva il culo altrimenti rimane incastrato nella più grossa stronzata che abbia mai fatto nella sua vita. Se prendi da parte il maschietto e gli chiedi cosa stia combinando tende a non risponderti o al massimo si lancia in un “ormai è tempo di sposarsi “ quasi che abbia interiorizzato l’orologio della fidanzata. Più semplicemente è stufo di cercarsi una qualche alternativa e si adatta alla “ settimanale” con lei con l’inebriante prospettiva di uccidersi di playstation. J  Lei inizia a sentirsi molto importante e comincia ad esaurirsi correndo dietro ad un mucchio di cazzate quali inviti, bomboniere, ristorante, posatine per calamari nani e altre amenità da inserire nella lista di nozze. Nessuno si chiede che cosa cazzo servano i bigliettini per gli inviti quando una bella mail sarebbe veloce, esaustiva e non creerebbe problemi di archiviazione. Nessuno si chiede se ha senso spendere un capitale per ingozzare quattro gatti che, almeno qui nel nord Italia, colgono l’evento con un “che palle, un altro matrimonio”. Nessuno si chiede che cazzo servano queste bomboniere che rappresentano un costo a regalarle e creano anche problemi di archiviazione. Non parliamo del kit per cena etnica per “invitare gli amici”, o di un altro quintale di stronzate, tanto costose quanto inutili, che gli invitati dovranno regalare. Al lesivo passatempo della sposa si aggiunge la madre e la promessa suocera.

Del resto con il bendiddio di soldi che gli sposi hanno pianificato di ciurlare alle rispettive famiglie vorrai far divertire un po’ anche le suocere?

Il dramma è che, nell’esaurimento di gruppo, qualcuno comincia a usare le famose forchettine per punzecchiare qualcun altro, il quale, non avendo ancora a disposizione il “cucchiaio di argento”, non riesce a difendersi. Nei casi più fortunati scoppia un gran casino nel quale nessun maschietto generalmente vuole essere coinvolto ma dal quale il promesso sposo non può esimersi dal partecipare. Volano insulti di tutti i tipi es. “quella troia di tua madre” ecc…. e nei casi più fortunati il matrimonio salta per aria. Se non altro non si sono ancora sposati e devono restituire i regali di nozze ai “poveri” invitati. Nei casi meno fortunati le suocere si fanno i fatti loro pensando solo a sganciare la grana. Quindi si trova un bel ristorante da pagare il doppio o il triplo del normale per nutrire gli invitati. In teoria, aumentando il potere contrattuale chi porta un gruppo di persone dovrebbe garantirsi un prezzo migliore, ma non è così, probabilmente perché paga qualcun altro. J Poi ci vuole il vestito da sposa da un milione di dollari. Già un vestito da sposa costa da 10 a infinite volte di più di un abito normale. Ma che senso ha? Forse perché è fatto per durare…. Già almeno un giorno! Poi occuperà solo spazio nell’armadio ma tant’é che tutti fanno così. Si spende un fiume di denaro senza senso in un giorno, per poi fare un mutuo decennale per pagare l’avvocato divorzista.

Andiamo avanti; l’orologio biologico chiede rapidamente la sua parte e così si esige il bambino… tra l’altro come si fa a mungere al meglio i nonni senza nipote? J Uno, due, tre figli, dipende dal mungibile. Nella fattispecie lei comincia a mostrarsi insoddisfatta e, stante la regola aurea maschile del matrimonio, lui provvede all’ingravidamento”.

Mi scusi, qual’é la regola aurea maschile del buon matrimonio?”

“La cito testualmente: Quando comincia a rompere i coglioni mettila incinta così si dà una calmata!”. Viene rigorosamente tramandata da padre a figlio. J

“Ok continui pure”.

”Dicevo: Lui sarà molto impegnato a portare a casa soldi per la famiglia ( tradotto: si ucciderà di videogiochi in ufficio pur di non tornare a casa a farsi “rompere i coglioni” ) e tutti cercheranno di sopravvivere finché…”

“Calma, calma, stiamo parlando di matrimonio per adesso dobbiamo interrompere l’intervista! J

 

La storia del femminismo e dei diritti della donna.

 

Abbiamo scherzato un po’, J ora prima di cercare di capire cosa sta succedendo è necessaria una premessa storica. Prima di arrivare alla situazione odierna, proviamo a dare un’occhiata indietro al nostro recente passato. Recente di 300 anni. 300 anni sono un periodo recente se consideriamo che lo sviluppo della razza umana ha un milioncino di anni. Ebbene, solo trecento anni fa la donna non poteva neanche ereditare: Civilmente le donne erano nulla, nel senso che avevano i diritti di un cane. Ho notato che questo argomento viene molto raramente affrontato nei film. Il “cacciatore di dote” non meglio definito nei film non andava a caccia della donna ricca ma della ricchezza del padre della donna. La donna non poteva intestarsi alcunché, per cui, alla morte del padre, ereditavano solo gli uomini e, l’unico modo per una donna di ereditare, era di avere un marito a cui finiva intestato il capitale.

Fino al 1946, in Italia, la donna non poteva neanche votare, e stiamo parlando di solo una sessantina di anni fa.  Fino a poche generazioni fa i matrimoni erano più o meno combinati, poi, tra la generazione anni 40 e 60, le cose sono cambiate.  Peraltro la condizione familiare della donna è cambiata poco. La donna comunque rimaneva “l’angelo del focolare” ma cominciava anche ad essere l’altro pilastro economico della famiglia, con il risultato di trovarsi sulla schiena due ruoli mica da ridere. Tornando indietro un milioncino d’anni, notiamo come la donna sia stata obbligata a sposarsi, prima per poter sopravvivere, poi per poter avere qualcosa. Anche quando la donna tecnicamente avrebbe potuto mantenersi da sola, esistevano comunque resistenze di ordine sociale, decadute diciamo da circa una quarantina di anni nei paesi occidentali. In pratica ipotizzando che tu abbia 40 anni sto dicendo che tua madre ancora doveva sposarsi e forse ha scelto con chi, tua nonna doveva sposarsi per forza e quasi sicuramente non ha scelto con chi e la tua bisnonna doveva sposarsi quando e con chi decideva la sua famiglia. Cosa significa questo? Significa che se per qualche migliaia di anni il rapporto della donna con il matrimonio è stato il medesimo, è cambiato tutto nel giro dell’ultimo centinaio di anni. Cento anni per cambiare logiche e abitudini di diverse migliaia mi sembrano un po’ pochi, c’è il rischio di fare dei danni a cambiare troppo velocemente le regole dei giochi, infatti, i danni ci sono e li vedremo in dettaglio più avanti. Solo un’ulteriore piccola puntualizzazione sull’amore. Sulla base della presente riflessione storica da quanto tempo una donna può scegliere un uomo per amore? Non voglio dire che non esistesse ma diciamo che era quantomeno un po’ forzato. In pratica qualcun altro sceglieva chi dovevi amare tu. Questo era l’amore. In compenso adesso la libera scelta dell’amore sembra fare molti più danni probabilmente perché in pochi hanno capito cos’è.

 

Perché ti sposi?

 

Visto che sposarsi non è più, per una donna, una necessità per la sopravvivenza né economica né sociale perché ti sposi? Perché dopo tanto parlare di emancipazione e indipendenza, ad un certo punto ti “devi” sposare? E non mi parlare di amore che l’amore è una cosa seria. J Diciamo che è stato l’amore che c’era al momento dello scatto dell’esigenza di sposarsi. Ma pensi davvero reale ciò che vedi nei film? Vissero davvero felici e contenti? Da quando sei piccola ti imbastiscono con la bambola simula-figlio, principi e principesse, tanta felicità e un mucchio di balle varie volte a crearti quella sovrastruttura a tempo che ti incastra in un matrimonio. È tutto un condizionamento condiviso da tutti gli attori sociali: è per questo che è duro a morire. Dai tempi in cui, almeno dalle nostre parti, le donne non si potevano più vendere, l’obiettivo della famiglia era quello di “sistemare” bene la figlia femmina prima possibile. Mi sembra molto chiaro che l’obiettivo aveva innanzitutto carattere economico ovvero una bocca da sfamare in meno poi uno sociale ovvero il decadimento della responsabilità della famiglia nei confronti delle figlie femmine. Non a caso la libertà delle figlie era, e talvolta è, fortemente limitata dalla famiglia. L’evitare di lasciare spazi alla donna era un sistema per raggiungere più facilmente l’obiettivo di farla sposare per tre motivi. Prima di tutto era importante che l’uomo ti volesse per cui dovevi essere “brava ragazza” e “illibata” garanzia che si poteva dare solo tenendoti chiusa in casa. Altro obiettivo era limitare la tua conoscenza degli uomini, in modo da non farti sviluppare un’esperienza che ti avrebbe messo nelle condizioni di avere dei gusti. Questo avrebbe seriamente compromesso la possibilità di dei tuoi genitori di importi il marito. In ultimo, limitarti fortemente la vita, era un sistema per importi di andartene via da casa prima possibile, cosa che, fino a poco tempo fa, ti era possibile solo sposandoti. Oggi pure, visto il costo delle case! J  Come vedi tutto ha una sua logica.

In tempi recentissimi conobbi una ragazza, con una di quelle famiglie un po’ antiche, che, all’alba dei trent'anni, ancora la costringevano a casa e, quelle rare volte che usciva alla sera, doveva tornare a casa “al massimo alle 23,00”. Ragazza piuttosto carina e intelligente, colta ma semplice, evitò di scatenare putiferi ma tant’è che non ebbe la benché minima possibilità di avere una relazione con alcuno. Appena apparve all’orizzonte un tipo ricco e socialmente molto ben posizionato ecco che tutti i divieti improvvisamente decaddero. Al primo invito ad andare via con lui per il weekend, la madre/matrona/maitresse in pratica gliela mise nel letto non negandole più nulla, anzi. Decaddero tutti i precedenti divieti e, va da sé, che il matrimonio andò in porto. Ora lei è “felicemente” sposata. Analizzeremo più avanti il perché ho messo tra virgolette il “felicemente”. Pensate alla semplicità di base della strategia. Prendi una figlia la incastri prima in casa poi la “liberi” al momento buono con chi vuoi tu e il gioco è fatto: non avendo esperienze né alternative non le sembra vero di poter far qualcosa con qualcuno.

Naturalmente si fa una bella festa di matrimonio, così son tutti contenti. Ma ti è mai capitato di chiederti cosa cazzo hanno tutti da essere contenti? Ti sposi, e allora? Perché tutti cacciano soldi a partire dai genitori a finire agli amici e conoscenti? Ma ogni volta che ti scopi qualcuno i tuoi ti riempiono di soldi? Cioè che cazzo di senso hanno tutte queste stronzate? E se fra un anno sei divorziata? Qualcuno ti fa dei regali? E quando vai a vivere da sola dove tecnicamente avresti diritto ad essere più aiutata in quanto le spese per una persona che vive da sola sono molto maggiori, qualcuno ti fa dei regali importanti? Qualcuno ti paga una mega festa? Ma chi divorzia dopo sei mesi perché non restituisce i regali? Viva gli sposi? Perché? Viva il single, no?  Eppure non fa danni, e con 1000 euro al mese se ne paga da solo 700 di affitto. Se te ne vai a vivere da sola molte famiglie ci rimangono male, se ti sposi un coglione allora vai pure! J Mi è stato detto che l’usanza è questa. Sì, ho capito, ma perché? Perché tutto è progettato per farti sposare e riprodurre.

La tensione della famiglia è condivisa da tutta la società sia sul piano economico che puramente sociale. Il matrimonio e la famiglia sono gli ingranaggi del motore economico che arricchisce la società, o meglio arricchisce chi tira le redini della società. Arricchisce entrambi i sistemi di controllo delle società: la religione e chiunque abbia in mano il potere politico/economico.

Non a caso la nostra Chiesa ma non solo è uno degli elementi più condizionanti in questo senso: più figli e più fedeli, va da sé che non “puoi “ usare il preservativo né anticoncezionali. Il potere della religione si basa  sul fatto economico in funzione del fatto numerico, più gente c’è che si fa condizionare dalla religione, meno il potere economico avrà difficoltà a riconoscerle il potere da spendere anche negli aspetti economici. Traduco: più gente crede in te e più diventi importante per il potere economico; questo ti dà l’accesso ai tavoli del potere.  Anche qui notiamo il parallelo con le ideologie: più gonzi credono per ideologia alle palle che un politico gli rifila più il politico ha accesso al potere economico. Mi ricordo addirittura di personaggi che andavano a parlare nelle scuole di “ammazzare i padroni” poi se ne andavano via in Porsche, e la gente credeva loro lo stesso. Oggi hanno un regale vitalizio.

Anche la nostra Chiesa parla della povertà del Cristo e degli ideali di povertà ma non mi sembra che si siano mai fatti mancare qualcosa e che la loro presenza sia mai mancata dai tavoli dei potenti.

In ultimo più gente c’è in una nazione e più aumenta l’economia e l’offerta di lavoro.

Recenti dittature premiavano chi faceva figli. All’aumentare dei sudditi aumenta il potere e la ricchezza del Re. Inoltre all’aumento della disponibilità di manodopera diminuisce l’offerta di stipendio; chiaro che chi ha in mano il potere abbia tutto l’interesse a farti fare figli. Dalle precedenti affermazioni se ne deduce facilmente il motivo per cui gli omosessuali vengono più o meno osteggiati nei diversi paesi cattolici e islamici. E qui colgo l’occasione per rivolgermi a loro e dire ciò che ripeto costantemente ai miei amici/amiche gay/lesbiche: è inutile che ve la prendiate solo con le religioni a causa degli ingiusti trattamenti che vi vengono riservati. Chi esige di rappresentare una religione rappresenta l’altra faccia del potere economico ovvero vivono in assoluta simbiosi tra loro. Non è un caso che i paesi “cristiani” siano tra i paesi più ricchi del mondo.

L’animale umano ha la tendenza all’accoppiamento punto e basta. Tutto il resto, matrimonio, riproduzione e compagnia bella sono creazioni della sovrastruttura, non hanno niente a che fare con la nostra natura. La nostra natura non ci porta ad accoppiarci a vita, è la società che necessita di una formazione di una coppia a vita. Non a caso fino a pochi anni fa ti ricattava facendo leva su questa necessità. Vuoi accoppiarti? ( Tensione naturale), allora ti sposi e fai figli! (ricatto sociale): questo è sempre stato il matrimonio. J

 

La sovrastruttura.

 

Tu devi sposarti e devi fare figli, questo è la tua missione secondo chi “tira i fili” della tua vita. Ecco l’orologio biologico. Ecco da cosa deriva quella necessità che ad una certa età ti spunta dentro. È una sovrastruttura imposta al tuo cervello che devasta la tua capacità di percepire la tua vita. È una molla che tua nonna, tua madre, i preti e i potenti hanno caricato nella tua testa pronta a scattare e a devastarti al momento giusto. Non è che tua madre ti voglia male, sta semplicemente facendo quello che può; la molla, a suo tempo, l’hanno caricata anche a lei. Purtroppo la lotta per ragionare scavalcando le nostre sovrastrutture è la peggiore lotta in cui possiamo trovarci. È una lotta dove una parte del tuo cervello litiga con l’altra. Comunque non ti preoccupare perché appena sei riuscita ad aprire una porticina, uscire e osservare la struttura da fuori diventa molto più facile rimuoverla. Quando cominci a vederla dall’esterno ti accorgi degli incastri che la tengono insieme ed è sufficiente che tu ne rompa uno per volta. Religioni e ideologie sono anch’esse sovrastrutture che tentano di impedirti di ragionare correttamente. Qualora tu riesca a vincere e demolire la tua sovrastruttura matrimoniale non pretendere che lo faccia anche tua madre e tua nonna, non possono più. Con il tempo i mattoncini delle sovrastrutture si saldano tra loro e con il cervello. Non è più possibile separarli senza fare danni.

Qualora tu riesca a concepire la tua vita senza l’obbligo matrimoniale sarai un cosiddetto buco nel sistema. Ovvero colei che non si è adeguata ai condizionamenti. Qualora il sistema si accorge che tu non ne segui le regole, opera per renderti la vita difficile.  Tua madre è uno degli agenti più potenti e inizia a martellarti cercando di fare in modo che tu ti senta una fallita (Ogni riferimento al film Matrix è puramente voluto J ). L’esistere come essere pensante non è semplice. Il sistema non si può combattere, non si può ragionarne al di fuori però puoi starne fuori. Non ti sognare di cercare di spiegare perché non ti vuoi sposare “per forza” verresti presa di punta da tua madre o da tua nonna e ti gonfierebbero come un dirigibile. J E quindi? Quindi molto più semplicemente il buco nel sistema cerca di passare inosservato. A tua madre dirai che “non hai trovato quello giusto” oppure che “vuoi ben altro padre per i tuoi figli”, ti mostrerai dispiaciutissima per la tua condizione di non sposata e nel frattempo vivrai tranquillamente la tua vita. Così farai pena ma non dovrai “farti redimere “ da nessuno e vivrai più tranquilla.

 

E tu, madre di una ragazza non sposata, perché non fai lo sforzo di evitare di intristirla più di quanto anche i tuoi condizionamenti hanno fatto e non la lasci in pace? Forse potresti fare uno sforzo e guardare il disastro che la fine di sempre più numerosi matrimoni procura non solo agli sposi ma anche ai poveri figli ignare vittime dei vostri condizionamenti. Non ti rendi conto di quanto male puoi fare a tua figlia 30/40 enne continuando a romperle le scatole perché “non è sposata”? Puoi sospendere le tue tiritere sul matrimonio: È già triste di suo. È già perfettamente in grado di perdere l’equilibrio da sola. Cerca di capire che il tuo valore aggiunto in questo sistema è darle una mano a trovare un equilibrio suo proprio, che le consentirà di vivere bene da sola, o meglio con qualcuno. Tanto, sai, i tempi son cambiati quindi dopo che avrai giocato alla suocera nel matrimonio di tua figlia te la ritroverai a casa divorziata. Poi saranno cazzi tuoi spiegarlo ai parenti. Non risolvi nulla della tua responsabilità nei confronti di tua figlia. Il matrimonio non è più una sistemazione, sembra essere un passaggio obbligato per l’inferno. Tanto si sente inadeguata tua figlia, che a 40 anni non si è ancora sposata, tanto di più si sentirà dopo il divorzio perdendo facilmente l’equilibrio. Mollala, insegnale quello che sai che le possa servire per stare in piedi da sola invece di incastrarla a tutti i costi in un disastro.  Disastro del quale sarai corresponsabile se avrai contribuito a spingere tua figlia a fare ciò che non si sentiva di fare.

Talvolta mi chiedo a cosa siano servite tante battaglie per l’emancipazione della donna se non riesci a eludere la più bieca forma di condizionamento imposta alla donna dal sistema ovvero di essere moglie e fattrice.

Cosa è cambiato nella storia della donna se non si riesce ad interrompere l’applicazione della matrice “Moglie/madre” nella testa? L’emancipazione avrebbe dovuto portare ad un miglioramento della qualità della vita delle donne. Perché non sembra essere andata così? Perché, pur rendendoti conto dei limiti del matrimonio continui a pensare che ti darà un senso alla vita? La famiglia sarà l’ impegno nella tua vita che, forse, ti porterà a invecchiare avendo poco tempo per pensare, ma raramente darà un senso alla tua vita.

Capisco che non sia facile; ma il senso lo devi trovare da sola, poi puoi sposarti con chi vuoi.

 

Come gestire la “scimmia”.

 

La scimmia del matrimonio ti è venuta. Si agita saltando da un albero all’altro dentro di te e non c’è verso di darle una calmata. Forse è meglio che tu ti fermi un po’ e pensi.

Tu hai il diritto di sposarti libera da costrizioni e il dovere di non devastare la vita a te e al personaggio che hai scelto come marito “necessario”.

La prima domanda che ti devi porre è perché ti vuoi sposare?

Sei cosciente del mare di merda che dovrai mangiare nella vita per stare insieme a lui? Questo non perché lui è cattivo, ma perché questo è lo stare insieme prima che l’essere sposati. Fattelo raccontare sinceramente da tuoi conoscenti che hanno 30/40 anni di matrimonio alle spalle. Analizza i loro racconti e vedi se tu al loro posto avresti continuato o avresti buttato tutto per aria. Fatti raccontare il perché gli altri hanno divorziato e pensa a cosa avresti fatto tu. Se anche solo in un caso avresti divorziato non ti sposare. Vedremo più avanti il perché, per adesso facciamoci qualche domanda tanto per riflettere un po’: Sei in grado di stare da sola?

Questo è il presupposto più importante per essere sicuri di aver fatto una scelta libera e non forzata. Se non sei in grado di stare da sola probabilmente ti stai incastrando con un personaggio con il quale non reggerai a lungo o in alternativa non reggerà lui. Devi tenere conto che non solo tu sei una persona ma anche lui. Quando il tuo personaggio marito si renderà conto d’esserlo non sarà contento. Mi spiego: Stavo guardando un’intervista dove un attore che interpreta un personaggio in una serie cult di film lamentava il fatto che i fan, durante gli incontri dal vivo, indagavano la sua vita privata cercando un legame con il personaggio che interpretava nei film. Non capisco la lamentela, è logico che succeda questo. In realtà il fan non è fan dell’attore ma del personaggio interpretato. Andare all’incontro con un personaggio e trovare una persona è un fatto che disturba. Ne deriva necessario ricondurre la persona al personaggio. Ora traduco J. Se ti sposi uno perché “è ora”, sposi un personaggio. Lui è un semplice personaggio, marito nella tua rappresentazione matrimoniale al fine di fare ciò che ti hanno imposto, e quando lui cercherà di esistere in quanto persona non lo accetterai più. Ecco da dove deriva la palla sull’incompatibilità di carattere. Tu non lo hai mai amato, non gli hai mai voluto bene, semplicemente è servito a realizzare la tua esigenza matrimoniale.  

-Sei in grado di essere la moglie di “una volta” in tutto e per tutto?

 Se pensi di essere in grado di essere “moglie di una volta”, come lo fu tua nonna, puoi anche sposarti un personaggio per risolvere la tua supposta solitudine. È possibile che il tuo matrimonio funzionerà se entrambi svolgerete al meglio il vostro ruolo. Darò più avanti la spiegazione di questa affermazione.

-Quanto tempo è durata la storia più lunga che hai avuto?

Sembra una domanda banale ma la risposta è l’unica base statistica che hai per fare una valutazione di durata del tuo prossimo matrimonio. Se sei arrivata a 35 anni la storia più lunga che hai avuto è stata di un anno e mezzo forse non è il caso di promettere di stare tutta la vita con uno che conosci da sei mesi a meno che tu non voglia prendere te stessa e lui per il fondoschiena. Quale probabilità hai di sopportare tutta la vita ciò che non sei mai riuscita a reggere per un anno e mezzo? Normalmente questi matrimoni durano sei mesi. Da qui la formula matrimoniale 6+1. (Sei mesi di fidanzamento e meno di un anno di matrimonio. J )

Davvero pensi, semplicemente sposandoti, di risolvere il tuo “problema” di non essere in grado di stare con qualcuno a lungo? Ho messo il termine problema tra virgolette perché non è un problema reale; è un problema indotto dalla già descritta sovrastruttura. Semplicemente pensi che il non riuscire a impostare una relazione lunga sia un problema, quando in realtà non lo è. Magari è semplicemente il segnale del fatto che non sei fatta per appoggiarti a qualcuno, ma stai meglio da sola. Cosa che di per sé è un vantaggio.

-La tua necessità di costruire è costante?

La parte più importante del matrimonio non sei né tu né l’altro ma la costruzione di qualcosa. È la comune capacità di costruire che crea l’edificio al quale entrambi rimangono adesi. So che sto dicendo qualcosa di politicamente scorretto, ma quella costruzione non è il figlio, i figli li fanno anche gli insetti. La costruzione è quella capacità di capirsi, di comprendere le altrui esigenze che solo lavorando giorno per giorno intensamente e caparbiamente si riesce a sviluppare.

-Ami i suoi difetti? È la capacità di amare i difetti dell’altro che fa la differenza. Sono tutti bravi ad amare i pregi; è amare i difetti che marca la creazione dell’edificio. Quando trovi il tubetto del dentifricio strizzato male e invece di odiarlo ti viene un sorriso tenero perché pensi a lui. Quel tubetto strizzato male ti ricorda lui, che magari è appena uscito, e questo ti fa tenerezza, vorresti averlo lì per spettinarlo tutto, allora lo ami, perché ami i suoi difetti. Se poi non ti frega proprio un cazzo del tubetto allora sei a posto del tutto! J  

-È l’uomo giusto?  Se hai risposto non ti sposare! J So che è dura da accettare ma come hai già capito l’uomo giusto non esiste. È un'altra palla derivante dalle cazzate tipo principe azzurro. Non esistono le persone “giuste” né quelle sbagliate. Lui ad un certo punto si rivelerà sicuramente “sbagliato” e questo butterà per aria tutto il tuo film. Rifacciamo la domanda; posto che lui si rivelerà sicuramente l’uomo sbagliato sarai  in grado di amarlo lo stesso? Questa è la domanda a cui devi rispondere, che si riallaccia al discorso sulla capacità di amare i difetti. Purtroppo nessuno è perfetto e sarà tanto più imperfetto tanto più lo conoscerai.

-Sarà un matrimonio felice? La risposta è sicuramente no!  Il matrimonio dovrebbe servire a vivere meglio la vita ma la vita non è felice in se per cui non lo sarà neanche il tuo matrimonio. La domanda casomai è la seguente.

-Non è, per caso, che vuoi solo mettere fine alla tortura che la società opera nei tuoi confronti per farti sentire una fallita se non ti sposi? Dai retta, non sposarti, la vivrai peggio da divorziata salvo che tua madre la smetterà di romperti le palle di sposarti.

 

Cos’è in sostanza il matrimonio.

 

A parte tutte le balle che ti raccontano nei film il senso del matrimonio è fare una società.

Il matrimonio è una società a tutti gli effetti. Ci sono due persone che invece di affrontare da soli la vita preferiscono affrontarla insieme, per cui mettono in comune ciò che hanno e ciò che sanno fare, al fine di vivere meglio. La somma delle risorse dei singoli consente loro di effettuare una sinergia che, come risultato, dà un aumento della qualità della vita. La società consente un forte risparmio di risorse economiche e permette di accedere alla riproduzione in modo socialmente corretto.

La sostanza del matrimonio è questa ed è sempre stata questa. Un esempio banale è la casa. In due costa la metà a comprarla e costa quasi la metà a gestirla. In due ci si può meglio e più efficacemente difendere da tutti gli attacchi che vengono dall’esterno. In due, ripartendo i carichi gestionali di ciò che serve per vivere, si risparmia del tempo. Con un po’ di esperienza si stabiliscono delle mansioni al fine di ripartire i carichi in funzione della capacità, dell’uno o dell’altro, di gestire gli stessi.

La stessa società dopo un periodo di rodaggio può mettere al mondo un figlio che nascerebbe nelle migliori condizioni di tutela che sono la base per la sua futura qualità della vita.

Generalizzando per un milione di anni questa società ha funzionato così, l’uomo lavorava 12 ore al giorno portando a casa più ricchezza possibile e gestendo al meglio le risorse economiche familiari, la donna si occupava di tutto il resto, figli compresi. Negli ultimi circa 100 anni le donne hanno cominciato ad avere una propria occupazione e un proprio reddito. Le prime hanno “pagato “ per tutti dovendo, di fatto, svolgere sia interamente il ruolo delle donne di una volta sia di supporto economico famigliare perché l’uomo era “pronto” a mandarle a lavorare ma non lo era a farsi carico di mansioni che riguardassero casa e famiglia (comodo eh? J ).

Oggi, generalizzando, possiamo dire che la situazione è cambiata e che la “società famiglia” impiega alla pari i suoi componenti in tutte le mansioni. Sacrosanto quindi che tu non abbia voglia di cucinare, lavare, pulire, ecc. ma è evidente che bisogna fare una riflessione. Cosa metti tu in comune? Tempo fa scherzando con una mia giovane amica sullo sposarsi insieme disse che mi sarei dovuto sognare un pasto pronto e che fare le pulizie non le piaceva. Le risposi che sono un buon cuoco e che fare le pulizie mi piace per cui non c’era problema. Le dissi che in caso di problemi legali o di guasti tecnici avrebbe potuto occuparsene lei. Lei rimase perplessa e mi rispose che non sapeva nulla di legge né tantomeno di meccanica. Allora le chiesi che cosa sapesse o che cosa avesse voglia di fare e la risposta fu: “Bé niente!”. Scherzando le dissi: “ Vorrà dire che porterai a casa un bello stipendio altrimenti che ti sposo a fare, per fare tutto io? Avevamo appena finito di parlare del fatto che non riusciva a tenersi un lavoro per più di sei mesi. J Recepì il messaggio che, per quanto scherzoso, aveva un senso.  Il fatto che, finalmente, il ruolo della moglie si sia sganciato dalla cuoca/donna delle pulizie, non significa che non devi saper fare altro, altrimenti che società è? J Ovvero qualcosa devi metterlo in società altrimenti non aumenti la qualità della vita del tuo socio e perché un socio valido dovrebbe “fare società” con te? Per carità potrebbe anche essere solo tanto affetto che sarebbe più che sufficiente. Tanto affetto porta con se comprensione, collaborazione, rispetto, ma è meglio che ci fermiamo qui altrimenti rischiamo di tornare a parlare della “donna di una volta” . J

È una battuta ma mica tanto. L’emancipazione doveva portare la donna fuori dal cliché cuoca, stiratrice, lavandaia, allevatrice ecc. e sembra che abbia funzionato.

L’emancipazione sembra anche aver permesso alla donna di non essere più succube dell’uomo. Il non essere più succube, però, attenzione, significa che sei in grado di stare in piedi da sola. Nel caso in cui scegli di sposarti non essere più succube non significa solo poter dire che non hai voglia di cucinare o essere libera di maltrattarlo: Significa dividere in modo paritario i carichi familiari. Per cui i: non “guido la macchina”, o i “di internet non ci capisco un cazzo” e “con le cartacce non ci sto dentro” non sono dei bei segnali di ripartizione paritaria. J Se non vuoi essere “donna di una volta” bisogna che ti aggiorni! J So che stirare, cucinare, guidare, star dietro alle cartacce e amministrazioni familiari varie possono essere una gran rottura di palle ma qualcosa sarebbe meglio saper fare.

Questi discorsi derivano dal fatto che troppe volte ho sentito maschietti interrogarsi sul perché avrebbero dovuto sposarti dal momento in cui non eri affettuosa, rispettosa e disponibile come una donna di una volta e non eri neanche operativa e corresponsabile come una donna moderna. Interrogazioni che fanno tristezza solo a sentirle figurati a viverle sulla propria pelle.

Ma tuo marito è un cazzone incapace di qualsiasi cosa? Beh, uhm, sì, però, ma allora che cazzo lo vuoi sposare a fare? J   Non è un cazzone incapace? Allora datti da fare e tieni alto l’onore della donna! J

 

Vuoi l’uomo ricco?

 

Abbiamo già accennato dell’innamoramento di qualche donna per l’uomo ricco, disquisendo sui motivi psicologici alla base di questo “fascino” dell’uomo ricco. Anche questo ha un’ovvia base storica: una volta l’unico modo che aveva la donna di garantire la sopravvivenza a se stessa e ai figli era quella di sposare un uomo ricco. Sono ancora molte le donne che mi dicono di subire il fascino dell’uomo ricco e questo rimane un limite a mio parere abbastanza grave.

Avevo vent’anni quando sentii una mia amica davanti al suo ragazzo dire che lei concepiva il matrimonio solo in un contesto di “solidità economica”. La cosa mi ghiacciò un istante ma dopo averci riflettuto un pochino ne capii il senso. Quella frase che lì per mi suonò stonata con il passare del tempo assunse un tono melodico. Dopo un po’ di tempo sposò il suo ragazzo che era uomo ricco, serio ma di tutto aveva per la testa tranne che dimostrare di essere ricco. Lei non era affascinata da un coglione che sembra ricco, voleva un uomo benestante davvero. Dove sta la melodia in questo? Nel fatto che è una scelta logica, libera, consapevole e sopratutto onesta.

Un’altra amica mi disse anch’essa che subiva il fascino dell’uomo ricco e si innamorò di un tipo che arrivò a prenderla con il macchinone e la portò nel ristorantone. Che figo di qua, che figo di là, e se lo sposò. Lui per pagare il matrimonio dovette fare un finanziamento ma avendo già il finanziamento sull’auto dovette ridar dentro la macchinona. Finirono a vivere in culo ai lupi in affitto perché stringi, stringi, il tipo non aveva proprio un cazzo di niente. Capite la differenza tra queste due persone? Una ha esercitato una scelta consapevole, l’altra ha subito il fascino del “finto ricco”, condizionamento che non ha saputo gestire. 

Se proprio vuoi l’uomo ricco, vedi che sia ricco davvero, e evita di farti pigliare per il culo da chi sfrutta un tuo limite. Vedi di verificare che sia ricco sul serio perché, tra quelli che ti faranno trovare con la famiglia piena di debiti, ci stanno, in grande percentuale, proprio quelli che sembrano ricchi. La necessità di sembrare ricco segnala già un limite psicologico dell’uomo ma, cosa peggiore, lo mette più facilmente nelle condizioni di trovarsi nella merda nel caso non sia ricco sul serio.

Il “finto ricco” era di tendenza anni fa ma mi sembra che stia tornando alla ribalta. Talvolta mi trovo in ambienti o locali dove il “sembrar ricco” è un must. Il livello medio dei maschietti è decisamente triste e mi capita di conoscere spesso donne che lamentano di non trovare un uomo decente. Ovvio, visto il contesto, ma non è facile da spiegare a chi c’è dentro. Se ti senti come loro e vedi attorno a te tanta “bella gente” forse ti trovi nella loro situazione: cambia ambienti. J

Ok. A te dei soldi non ti interessa proprio, sei affascinata dall’uomo importante o “di potere” o comunque “rampante”, in carriera. Lui ha un obiettivo solo, diventare sempre più importante, far carriera, per lui non si pone il problema del compromesso, per lui è giusto tutto ciò che gli permette di “arrivare”. Non è abituato a chiedersi cosa è giusto e cosa è sbagliato: queste cose sono d’intralcio al suo “rampantismo”. Tutta la sua vita diventa così: prima i suoi interessi poi il resto. D’altronde non ci sono altri modi di “fare la scalata” sul serio. Allora fai la brava mogliettina, “dagli” due o tre bambini così risolve due problemi, quello di riprodursi e quello di avere famiglia che fa tanto carrierista. Molto presto dovrà viaggiare molto per lavoro e lo vedrai, se va bene il weekend, naturalmente molto stanco. Ovviamente troverà presto un'altra che sicuramente non sarà “brava moglie” come te ma gli garantirà un altro tipo di divertimenti. Ora se li può permettere: la “famiglia” l’ha già. Non ti preoccupare non ti farà mancare niente, ormai guadagna bene, ti darà sempre tutto, tutto tranne un po’ di merdosissimo affetto. Il vantaggio è che ormai ti ha riempito di soldi a sufficienza per farti perdere il contatto con il mondo, quello vero, quello di umani che si vogliono un po’ di bene. Umani con i quali farai molta fatica a rimetterti in contatto e anche questo fa parte dello schema. Più ti fa fare la ricca e più farai fatica a trovarne.

In ultimo parliamo della categoria “almeno che abbia i soldi”. Non stiamo parlando né della donna affascinata dai ricchi, per un suo limite storico, né della donna interessata a una stabilità, né della donna interessata ai carrieristi; parliamo della donna che vuole l’uomo con i soldi. Quella che davvero sta con qualcuno solo perché ha i soldi. Molte donne di questo tipo sono convinte che gli uomini siano tutti scemi e questo rimane un loro limite. Molti magari saranno anche deboli, ma non stupidi, per cui o fai proprio un piano per fregare i soldi a un ricco o, se per caso intendi andare avanti a vita a “ciucciargli” il grano, non riuscirai nel tuo intento. Come ti dicevo magari sembra scemo ma, in realtà, sta facendo dei conti. È perfettamente conscio che sta facendo il cliente e tu la compagna “a pagamento”. Finché sei giovane te la puoi cavare, dopo, al massimo, ti pagano una cena. Per loro sei solo un oggetto che, più passa il tempo, e meno vale.

Se l’unica cosa che ti interessa di un uomo è che sia serio e ti voglia bene sei una donna fortunata! J

 

Il bilancio famigliare.

 

Visto il titolo stavi per saltare a piè pari il capitoletto. Non dire di no! Ti ho visto! J No, niente pistolotto storico! J “L’allergia” per i conti è tipica di buona parte del mondo femminile. J

Purtroppo servono anche loro. Non che i maschietti siano più precisi, ma loro malgrado, un minimo di gestione devono farla.

Ho usato il termine “devono” perché gli uomini di una certa età osservano e si lamentano del fatto che socialmente sembrano essere sempre gli uomini i responsabili del fallimento della famiglia. Tradotto in parole povere se i vicini si riempiono di debiti e fanno il “botto”, il marito si piglia del cretino per definizione, salvo poi verificare le circostanze. J

Purtroppo ho dovuto assistere a molte famiglie che sono “andate in rovina”: In quasi tutti i casi la moglie si trovava con il “culo per terra” di punto in bianco senza avere avuto neanche il tempo di sospettare qualcosa. È curioso osservare che, nove volte su dieci, capita a famiglie benestanti non a quelle che tirano il loro carretto. Amiche sposate con uomini che ci tenevano, diciamo, a “dare un’immagine di solidità”, sono state quelle che statisticamente si sono trovate nelle situazioni peggiori. La cosa più curiosa è che spesso non si riesce proprio a capire dove siano finiti i soldi che sembravano esserci fino a poco tempo prima.

I motivi di questi drammi sono vari eventuali:

- Tuo marito si innamora di qualche stronza che lo spella per bene. Mentre tu sei a casa a star dietro a un migliaio di rotture di scatole lui si fa sollazzare l’augello da qualche furbetta che dopo averlo cotto a puntino lo convince di quanto lei sia stata sfortunata nella vita. L’ex marito la picchiava, il figlio si drogava, il fratello gli ha fatto sparire i soldi e via raccontando palle. Tuo marito che in fondo è una brava persona stuzzicato nel suo senso di protezione comincia a comprarle casa, avviarle l’attività, e via dicendo finché lei sparisce con il grano, lui si trova un mucchio di debiti e tu e i tuoi figli siete rovinati.

- Tuo marito è un impiegato, sai benissimo cosa guadagna per cui sei tranquilla? Attenzione, ci sono molti modi di fare il cosiddetto “nero” famigliare! J Uno molto semplice consiste nello spendere. Tuo marito va dall’amico gioielliere e ti regala una bella collana con diamanti. Tu salti di gioia e quando ti vedi arrivare l’incasso di 5000 euro dal gioielliere non fai una piega e pensi quanto ti ama. In realtà tremila di quei cinquemila servono a pagare la collana dell’amante, la tua ne valeva solo 2000. J  Ho visto fare la stessa “mossa” con divani in pelle, mobili antichi e via comprando. C’è anche il sistema di far fare la fatturina, l’accredito e restituzione in contanti al maritino. Un momento! Non è che adesso se tuo marito arriva con la collana gliela tiri dietro, eh? Questi uomini sono casi limite non la normalità! J

- Tuo marito inizia a giocare. Ovviamente tu non hai la più pallida idea che tuo marito si sia fatto prendere dal gioco e in un battito di ciglia ti sparisce la casa e ti trovi in un bel monolocale, in affitto.

- Tuo marito fino a ieri astemio e non fumatore di colpo inizia a spaccarsi di cocaina. Tu non te ne accorgi e, anche in questo caso, in breve ti trovi senza luce perché non c’erano più i soldi per pagare la bolletta.

- Tuo marito si scopre essere un finto ricco: Ti viene da sorridere? In effetti, sembrerebbe una commedia, ma non lo è. Purtroppo di coglioni di questo tipo ce ne sono tanti e sono perfettamente in grado di arrivare a sposarti e reggere la parte del ricco, per almeno un anno. Peccato che dopo un annetto lui sparisce, ti molla tutti i debiti di cui tu non sapevi nulla, e va a riprendere il suo giochino da un'altra parte con un’altra gonza. Non è che ti abbia fatto il filo per ciurlarti i soldi, semplicemente gli piace vivere da ricco, anche se non lo è.

Purtroppo, quando ti rendi conto di cosa sia successo, non è ancora finita, ti devono arrivare sul collo le spese di condominio, vecchie bollette, la mensa dei figli, vecchie multe, per cui devi partire a verificare tutte le eventuali situazioni debitorie. Naturalmente le dovrai saldare tu perché lui non ha più un centesimo ed è già stato protestato.

 

Ti sto facendo preoccupare? Bene! J Quando succedevano tutte queste cose tu dov’eri?

Il fatto che storicamente la “colpa” del disastro economico famigliare se la prenda il marito non significa che tu non ti debba occupare della “finanza” della famiglia. È tua precisa responsabilità amministrare assieme a tuo marito l’economia della tua famiglia. Capisco che sia una gran rottura di scatole ma fa parte della vita. E se vuol fare tutto lui gli chiederai un giorno ogni sei mesi dove fare, insieme, un resoconto della situazione con estratti conto bancari ecc… Non ti preoccupare di offenderlo: se hai a che fare con un uomo serio non potrà fare altro che stimarti più di prima, nel caso tu dimostri di voler partecipare alla gestione della vostra vita economica. Inoltre il fatto che tu sappia, almeno a grandi linee, gestire la vostra economia, gli permetterà di stare più tranquillo perché, anche se dovesse succedergli qualcosa, tu saprai tirare il carro da sola. Sei hai a che fare con un coglione che si incazza lascia pure che si offenda e controlla con molta più attenzione. J

Mi ricordo un caso di due anziani che si volevano un gran bene. Lui ha sempre gestito tutti gli interessi da solo tutelando al meglio la famiglia. Tutto bene? No, lui è morto e lei non sapeva più né dove né come prendere in mano la situazione, non sapeva neanche quali fossero le loro proprietà né quanti e dove fossero i conti in banca. Nel cercare di prendere in mano la situazione non riuscì ad evitare di farsi derubare di quasi metà del capitale dal solito “consulente”. La sua salute ha risentito due volte della mancanza del coniuge: una sul piano sentimentale e l’altra sul piano economico. Mi dispiace dirlo ma lei doveva sforzarsi di occuparsi di queste cose e lui avrebbe dovuto “sforzarla”.

Tu devi occuparti dell’economia della famiglia per contribuire a proteggere i vostri figli, te stessa e tuo marito. Dovesse capitare, per sfiga, che tuo marito dia i numeri te ne accorgerai subito dai conti perché inizieranno presto a non tornare. Tu potrai intervenire rapidamente salvando la situazione.   Se tuo marito insiste ad occuparsi lui di tutto rifiutandosi di darti spiegazioni è meglio che drizzi le antenne.    

Nel caso tuo marito lavori in proprio, o abbia un’azienda il fallimento è sempre possibile.

Anche in questo caso hai il dovere di interessarti e chiedergli come ha pensato di proteggere la famiglia da eventuali problemi della sua azienda. Purtroppo gli uomini vedono poco spesso le donne interessate alla sicurezza per cui tendono a dare alla famiglia più consumo di ricchezza possibile, dimenticandosi che la più grande ricchezza della famiglia è il risparmio. Un uomo serio sarà felice di condividere con te preoccupazioni o progetti per il futuro. È inutile che tu faccia crescere tuo figlio nell’oro poi, quando ha davvero bisogno di un aiuto, farlo trovare nella merda. Tutti i vestitini firmati per il bambino di dieci anni sono, per lui, solo una gran rottura di palline J; metti via quei soldi e rendili disponibili per comprargli una moto quando sarà il momento. J

A proposito di conti, posto che nessuno ti capisce meglio di me, i discorsi di abbandonare il lavoro tanto la babysitter costa quanto tu prendi di stipendio sono una stronzata. Il dramma è che li sento fare da trent’anni. La babysitter guadagna la metà di te, anche se le dai, ogni mese, tutto quello che guadagni.  Basta solo fare bene i conti. Io capisco che a casa si stia molto meglio che a farsi torturare al lavoro ma, credimi, la scusa del costo della baby-sitter non regge, purtroppo. L

 

 

 

Vuoi dei figli?

 

"Io ho una domanda riservata soltanto a te, fratello mio: come uno scandaglio, io lancio questa domanda nella tua anima, per sapere quanto essa sia profonda. Tu sei giovane e desideri figli e matrimonio. Ma io ti chiedo: sei tu un uomo che ha il diritto di desiderare un figlio? Sei tu il vittorioso, il superatore dl te stesso, il dominatore dei sensi, il signore delle tue virtù? Questo ti domando. O forse parla nel tuo desiderio la bestia e la necessità? O l'isolamento? Oppure il disaccordo con te stesso? Io voglio che la tua vittoria e la tua libertà mirino ad un figlio. Tu devi erigere viventi monumenti alla tua vittoria e alla tua liberazione. Tu devi costruire al di sopra di te stesso. Ma prima devi essere costruito te stesso, squadrato nel corpo e nell'anima. Tu non devi solo trapiantarti, ma trapiantarti in alto! A questo aiuta il giardino del matrimonio! Tu devi creare un corpo superiore, un moto primario, una ruota che gira intorno a se stessa; tu devi creare un creatore.”.

Ops! Questa volta mi è scappata la citazione, J non lo faccio più, giuro! A sparar cazzate me la cavo bene da solo! Però… però… questo passaggio di Nietzsche , mi piace perchè mette in discussione un principio che non ho mai condiviso: Il diritto umano alla riproduzione.

Come disquisivamo prima la produzione di umani, nota anche come riproduzione, è il vero obiettivo della sovrastruttura matrimoniale. Dirai che in realtà una donna potrebbe riprodursi senza sposarsi, vero, ma storicamente quei figli finivano a carico della società; quei figli finivano facilmente ad essere un costo per il sociale invece di essere una ricchezza. Le teorie economiche indicano la famiglia come motore di accumulo di ricchezza e i suoi figli necessari per aumentare il PIL. Soffermiamoci un po’ per chiarirci le idee. Il prodotto interno lordo di un paese, che si usa come indice della ricchezza sviluppata, è direttamente proporzionale al numero di contribuenti che lavorano attivamente.  Storicamente il mondo ha aumentato i suoi abitanti in funzione della quantità di cibo disponibile, secondo la logica dei topi. Ad un certo punto, in Italia attorno al 1970 ha cominciato a diminuire il numero di nuovi nati. Parallelamente l’età media ha cominciato ad aumentare e la popolazione a “invecchiare”. I “costi fissi” (pensioni, sanità) hanno continuato a crescere mentre diminuivano le persone che lavoravano. L’Italia, e non solo, infatti, si è lentamente impoverita. Ora cominci a sentire discorsi tipo “uno stato senza morale è uno stato povero”. Senza la “loro” morale tu non produci un figlio ad ogni rapporto sessuale quindi “loro” si impoveriscono. Invece è importante che abbia una ferrea “morale”, non usi forme contraccettive, così produci tanti bei contribuenti. Nel frattempo aumenti la ricchezza risparmiando e investendo per i figli. Cosa metti via i soldi a fare se non hai nessuno da proteggere e a cui lasciarli? Il sistema necessita di individui, detti anche contribuenti, J e di risparmio da rubare, per cui ecco il matrimonio. Il programma prevede fidanzamento e matrimonio e dopo un po’ ti sembra che ti nasca l’esigenza di riprodurti, l’altro orologio biologico. Orologio biologico non è, biologicamente gli animali si riproducono a causa dell’istinto sessuale non perché vogliono figli. Al gatto viene la voglia di farsi una gattina. La cerca, la tromba e va per i fatti suoi. La gattina rimane incinta e fa i gattini. Nessuno dei due voleva i gattini… volevano solo trombare. J

 Allora cos’è? Già, è sempre la famosa sovrastruttura. Ad un certo punto della tua vita le tue amiche smettono di parlare di maschietti e iniziano a parlare solo di cacca di bambino. Si chiudono in casa la sera e tu cominci a sentirti sola ed esclusa. In realtà non le invidi per niente, ma loro continuano a dirti “che è la cosa più bella della vita.” Così non fosse, non potrebbero neanche ammetterlo, visto che ormai sono in ballo e che i famosi cassonetti differenziati per bambini non li hanno ancora inventati. J

 Non bastassero le tue amiche i tuoi iniziano ad alzare la palla; “insomma è ora di fare un figlio” e i tuoi suoceri fanno la schiacciata “non volere figli è da egoisti”. Tu recuperi palla in tuffo con un “forse è meglio aspettare un po’…” alzandola ma non trovi nessuno a riceverla. Le tue amiche nonostante ti sembrino ormai degli zombi nevrotici ti guardano come tu fossi matta e ti ripetono che è la cosa più bella del mondo. Continui a cercare di giocare da sola ma anche tuo marito comincia a guardarti perplesso. Tutti gli dicono di ingravidarti così per qualche anno non rompi i coglioni e lui si può fare i cazzi suoi. I tuoi sembrano i Borg di Star Trek: “Ogni resistenza è inutile”. J

 Capito ormai che stai capitolando i tuoi alzano la posta “visto che vanno fatti prima li si fanno e meglio è”.  Insomma, ti tocca. Sarebbe bello capire subito il perché “andrebbero fatti” ma non ti è dato saperlo. Mettiamo sotto il maritino a darsi da fare con la “produzione” serale e speriamo in bene. Se il bimbo arriva bene altrimenti dacci dentro con i dottori , le visite e le torture ormonali perché a questo punto se non salta fuori il bimbo è la fine del mondo. Pensa che solo fino a un centinaio di anni, se non gli producevi un bambino, il marito poteva chiedere l’annullamento del matrimonio con la complicità di dio ( minuscolo voluto). Sì,  esatto: Coloro che dicono di rappresentare il tuo dio annullavano il tuo matrimonio a nome suo. Sì proprio quelli che dicono di rappresentare il dio dell’amore. Ma nelle favole gli sposi non si amavano tanto? Già ma qui non siamo in una favola, l’amore purtroppo non esiste. Qui l’obiettivo è la produzione umana. Ma andiamo avanti.

Beh, in un modo o nell’altro ci sei riuscita, dopo almeno cinque mesi di tortura, è nato. Come non sei felice? Ti è venuta la depressione? La depressione post-partum? E che è? Ma come non sei contenta? Era una vita che aspettavi questo momento. Gli psichiatri si affannano a spiegare i perché e i percome. Dire che tu, finito il tuo “lavoro”, abbia un istante per renderti  inconsciamente conto che non capisci cosa sia successo, non è molto politicamente corretto. Come ti sia trovata in un letto di ospedale sformata con la prospettiva di passare i prossimi dieci/quindici anni a tirare un carro, con tutti quelli che ti girano intorno capaci solo di criticare quello che farai.

Comunque tiri avanti. Il pargolo e la suocera ce la mettono tutta a farti uscire di testa privandoti di pace e sonno. Qualche volta lanceresti il pargolo dalla finestra perché non hai ancora capito perché cazzo la tua vita sia diventata una sottospecie di incubo. Gli “altri” ti guardano e fanno leva sui tuoi sensi di colpa “ Ma come? Devi esser felice! È la cosa più bella del mondo!”. Tradotto dal “socialese”: Non osare lamentarti altrimenti verrai giudicata una cattiva madre, una donna fallita.

E tu continui a tenere duro, scleri, rasenti la follia ma devi andare avanti, non hai alternative. Già, alternative. Ma perché l’hai fatto? In realtà oggi le alternative ci sono.

Puoi dire: “Mi dispiace signori ma io non voglio avere figli.”  Certo ti diranno che sei un’egoista. Tutti quelli che ti girano attorno appartengono alla stessa matrice. Quella matrice necessita che tu ti riproduca e è disposta a qualsiasi colpo basso pur di condizionarti.

Proviamo a sviscerare un po’ la questione dell’egoismo.

La teoria della matrice dice che se non fai figli, sei egoista. Magari passi la vita a star dietro a tutti, le sorelle, i nipoti, i tuoi genitori, l’anziana vicina di casa ma se non fai figli sei egoista. È curioso perché il figlio non concepito è l’unico essere o meglio “non essere” sul pianeta che non ha proprio bisogno di niente. Già, sono casomai gli altri che hanno bisogno di lui. Lui non chiede niente e non ha bisogno di niente.  La vita di un figlio non è un dono che facciamo a lui, ma un’appropriazione. Il dono a un bambino lo fai adottandolo non creandolo. Creandolo, dal momento che hai alternative, ti assumi una specifica responsabilità perché l’atto deriva da una tua scelta. Guardati attorno, ti sembra che siamo in pochi? L’umanità non ha alcun oggettivo bisogno di altri individui.

Posto che l’ultima scelta di fare un figlio è la tua, l’intera responsabilità del generare un nuovo individuo è tutta tua. Se tuo figlio si trovasse a morir di fame o a trovarsi a mangiare un quintale di merda a 5 anni perché divorziate la responsabilità originale della sua esistenza sarà sempre tua. Se fino a una cinquantina di anni fa possiamo dire che nel caso in cui una donna rimaneva incinta non aveva alternative al partorire oggi la medicina offre valide e legali alternative. Inoltre il livello culturale medio occidentale è sufficientemente elevato da non farsi condizionare più di tanto da chi ha interesse a farti riprodurre. Tradotto: Non ti far pigliare per il culo dalle religioni ovviamente antiabortiste, a loro non frega niente di te e di tuo figlio, a loro frega solo di aumentare il popolo.

Ma tu senti proprio l’istinto di riprodurti, perché non dovresti farlo? Perché non siamo animali o meglio lo siamo ma abbiamo cercato di sopprimere quasi tutti gli istinti, per fortuna, altrimenti se l’uomo seguisse il suo istinto di fotterti quando ti vede passare non sarebbe bello. L’uomo, in alternativa, potrebbe uccidere qualcuno, cosa che sembra far parte del suo istinto. Per cui cerchiamo di usare il cervello e lasciamo perdere gli istinti. Oggi sei tu che decidi di portare a termine una gravidanza e non farlo né per istinto né per la sovrastruttura. È curioso osservare che tanta gente si senta molto “fiera” di aver “fatto” figli. Anche i nonni si sentono “fieri” che i loro figli si siano riprodotti. Magari i loro figli sono due coglioni incapaci di crescerli ma sono “fieri” lo stesso. Sarebbe bello capire fieri di che? Anche gli scarafaggi fanno figli come tutti gli animali esistenti. Il valore aggiunto della riproduzione umana dovrebbe essere quello di crescerli non di “farli” Ecco di cosa puoi essere fiera, di aver dedicato un’importante parte della tua vita a tuo figlio: questo è “aver un figlio”, non altro. Al “sistema “ invece è sufficiente che tu ti riproduca, infatti, in quel momento tutti ti fanno grandi feste, poi, quando il gioco diventa duro, nella migliore ipotesi spariscono tutti, nella peggiore ti criticano.

Altro modo in cui il sistema ti impone di riprodurti è rappresentato dalla frase: “Devo prendermi le mie responsabilità”. Traducendo: “Hai fatto sesso e sei rimasta incinta?” “Adesso ti tieni il bambino altrimenti ti dico che non sei responsabile!”. Curioso, proviamo a seguire la stessa logica: Ti sei presa una polmonite perché non ti sei vestita abbastanza? Prenditi le tue responsabilità: muori! Hai inciampato per le scale? Ti sei rotta una gamba? Prenditi le tue responsabilità, zoppica a vita! Ma che cazzo significa? È solo dopo che hai deciso di fare un figlio che hai la responsabilità della sua vita; in questo caso sì, che ti devi prendere le tue responsabilità!      

Prima di decidere di fare un figlio poniti una domanda: “Son contenta di essere nata?” Fortunatamente molte persone, scevre da condizionamenti religiosi, cominciano a porsela.  Ti posso garantire che molti, sopratutto tra le nuove generazioni, senza distinzione di classi sociali, rispondono di no.  Non che uno voglia suicidarsi, semplicemente, fatto un bilancio che tutti gli umani raziocinanti dovrebbero fare, scopre che le fatiche e i sacrifici rapportati alle soddisfazioni e ai piaceri non hanno senso.

Se tu possiedi una ricetta per la felicità di tuo figlio mettilo al mondo ma non dimenticare che non lo fai per lui, lo fai esclusivamente per te per cui cerca di garantirgli una famiglia che gli voglia bene. Ricordati che anche la “madre perfetta” non la fai per tuo figlio ma per te e per tua suocera. Tu devi cercare di essere una “mediamente buona” madre volendo bene a tuo figlio, ma la perfezione lasciala agli altri.

La tensione alla perfezione devasta prima la tua psiche, poi le palle di tuo figlio. J

 

 

Non vuoi dei figli? (L’aborto.)

 

Non vuoi dei figli? Cerca di metterti nelle condizioni di non farli. Ti è andata male? L Nell’ordine hai a disposizione pillola del giorno dopo, poi la RU95 e infine l’aborto chirurgico. Ovviamente il sistema reagirà con forza, mettendo in moto pressioni dal tuo interno e dall’esterno. Il sistema, bisognoso di nuove braccia, reagirà prima facendoti sentire colpevole. Di cosa non si è capito. Poi osteggiandoti in tutti i modi.  Gli uomini di religione sono sempre stati attivi nell’esercitare il loro potere assieme allo stato per limitare la tua libertà di scelta sul procreare. Abbiamo già evidenziato il motivo.  Ad esempio, sarebbe bello sapere perché la "pillola del giorno dopo" (quella da prendere entro due/tre giorni dal rapporto "a rischio" ) in altri paesi europei è vendibile come farmaco da banco (senza ricetta) mentre in Italia necessita di ricetta medica non ripetibile? Cosa hanno fisicamente le Italiane di diverso dalle Francesi o dalle Tedesche da dover rischiare di rimanere incinte se il preservativo si rompe di Venerdì sera?  I ben informati diranno che ci si può rivolgere al pronto soccorso. Però al pronto soccorso rischi di trovare il medico di guardia che è “obiettore”. Mi piace la parola obiettore e sono d’accordo sul fatto che nessuno di noi dovrebbe fare qualcosa che ritiene sbagliato. Peccato solo che in tutto il mondo del lavoro chi obietta viene licenziato. Avrei voluto vedere un impiegato di banca obiettare che lui, le azioni della Parmalat, non le voleva vendere, sarebbe finito, forse, a vendere pomodori. J Nei compiti di un medico del pronto soccorso c’è la prescrizione della pillola del giorno dopo, per cui se proprio vuole obiettare può cambiare mansione. Se ti capita di essere rimbalzata in un P.S. chiedendo la “pillola del giorno dopo” chiama i carabinieri. È tuo diritto avere la prescrizione, posto, ovviamente, che tu non abbia problemi di natura medica.  Ma quanti lo sanno? Chi mai ha osato fare informazione su queste cose salvo il cosiddetto "passaparola" tra amici?  

Nel caso sei già rimasta incinta puoi sempre abortire. Per quanto i rappresentanti della nostra religione abbiamo fatto di tutto per ostacolarla è ormai disponibile la RU che ti permette di abortire senza bisogno di fare un intervento chirurgico che, per quanto banale è sempre una scocciatura. E qui rimettiamo al lavoro la matrice: “L’aborto, no! È un assassinio!” I già presentati megafoni comandati dalla loro religione/ideologia attaccano lunghe diatribe sul significato di qualche cellula sbattendosene con cura delle persone vive e dei diritti reali di un individuo.

Io difendo l’autodeterminazione della donna sulle scelte riguardanti la maternità perché ho un forte rispetto per la vita umana. La vita umana è quella cosa che dovrebbe, quantomeno alla nascita, avere il diritto di essere stata desiderata, non la sfiga di essere stata concepita! La vita, cosa non facile in sé, dovrebbe, quantomeno in radice, cominciare da un desiderio consapevole di maternità. Questo non significa che due genitori che decidono di tenere un figlio non programmato non possano dargli tutto l'affetto che il bambino necessita, voglio semplicemente che possano scegliere! Discuto inoltre fortemente il valore etico di mettere al mondo un bambino sicuramente già malato o che non sia desiderato intensamente dalla madre. Questo nell'esclusivo interesse della Vita, ovvero del bambino. Chi oggi contesta l'aborto o difende un paio di cellule si considera difensore della vita, ma di quale vita? Sono solo il megafono di un sistema che ha necessità di nuovi “elementi produttivi” detti anche nuovi “fedeli”. Vorrei capire con che coraggio parla di vita chi vorrebbe veder generato qualsiasi incontro di uno spermatozoo con un ovulo come avviene nelle bestie senza porsi il minimo problema di tutela della vita dei bambini. Si interessano questi grandi moralisti difensori della vita delle sofferenze dei bambini generati nell'ignoranza dell'Amore, nella malattia o nell'assenza di genitori? Con quale coraggio difendono un embrione e si disinteressano completamente della madre e del bambino?  Non nascondiamoci dietro a dei precetti economicamente interessati per non fare il nostro dovere che è quello di tutelare la vita, ma non di qualche cellulina, la vita dei nostri figli che ripeto, hanno alla nascita l'innegabile diritto di avere genitori consapevoli e amorevoli... non bestie!  Mi perdonino i "moralisti", ma ritengo che la madre che decide di abortire in base a una libera scelta consapevole sia molto più rispettosa della Vita di colei che partorisce figli già disgraziati alla nascita, semplicemente perché non vuole fare una scelta, nascondendosi dietro a supposte Verità, gestite da maschi senza figli che ritengono che la sofferenza in questo mondo sia sacrosanta perché fattiva ai loro interessi. Vista la difficoltà di stare al mondo, mettere al mondo un figlio sicuramente disgraziato non è, a mio parere, amore ma solo un modo di non prendersi le proprie responsabilità. Che sto disgraziato debba passare una vita ancora più difficile degli altri, solo perché dovevi farti una trombata e non hai il coraggio di abortire, mi sembra una fottuta assurdità.

Mi sembra, tra l’altro, che la madre piena di amore e desiderio di avere un figlio e che decida di sottoporsi a esami e terapie difficili e dolorose sia da rispettare ed aiutare proprio in nome della Vita.  La scelta libera, consapevole e responsabile di abortire o di avere figli in qualsiasi modo senza alcuna forma di condizionamento è l'unica vera difesa della Vita.    

 

Sposarsi o non sposarsi: il dilemma sbagliato.

 

Ha ancora un senso sposarsi? Penso proprio di sì, ma, a mio parere, solo a certe condizioni.

La prima, e forse più importante, è che il matrimonio sia una scelta priva di qualsiasi condizionamento e per essere sicuri di questo, bisogna che entrambi gli sposi siano persone in grado di stare bene da soli. Questa condizione garantisce che il matrimonio sia una libera scelta finalizzata all’aumento reciproco della qualità di vita, ovvero che gli sposi abbiano scelto di sposarsi, non chi sposare. C’è un abisso tra una condizione e l’altra.

La seconda è che gli sposi si vogliano bene. Sembra una battuta visto che non si capisce bene cosa significhi. Volersi bene in questo caso lo traduco così: Quella condizione nella quale una parte importante della tua soddisfazione personale consista nel vedere tuo marito/moglie felice. Quando senti di trarre gioia dal migliorare la qualità della vita di qualcun altro tu gli vuoi bene. Sembra banale ma in questa definizione sta la quintessenza dell’affetto necessario per il matrimonio.

La terza è che gli sposi siano almeno un po’ amici. Anche questa sembra una battuta? Già, sto usando parole così abusate che necessitano di una definizione. L’amicizia di cui sta parlando è quella condizione in cui due persone si “capiscono” almeno un po’ e siano in grado, anche solo minimamente, di mettersi nei panni dell’altro. Siano, cioè, in quella condizione, dove si sviluppi una certa empatia grazie a una lunga conoscenza e alla reciproca simpatia. Non sto dicendo una banalità. Conosco un sacco di coppie che, sotto sotto, si stanno antipatici a vicenda e non hanno la più pallida idea di cosa significhi “sentire” come “sente” l’altra persona.

La quarta è che gli sposi siano persone che amano costruire. Facciamo un esempio banale per chiarire chiarire ulteriormente il concetto. Se uno dei due è capace solo di spendere e non è in grado di gestire la propria economia metterà in società con l’altro solo un’incapacità. Ora, finché i soldi avanzeranno, andrà tutto bene, ma, quando cominceranno a mancare, il sistema economico famiglia e con esso la relazione salterà. Quando gli ingranaggi sono sotto sforzo bisogna che abbiano tutti i denti perfetti altrimenti saltano. Questo è il motivo per cui si dice che senza soldi i matrimoni non stanno in piedi. L’affermazione è inesatta. I matrimoni tra gente capace di costruire stanno in piedi anche senza soldi.

L’amore per la costruzione si rileva anche, come descrivevo precedentemente, dalla lunghezza dei rapporti precedenti. Aspetta di averne uno di almeno cinque/dieci anni prima di sposarti altrimenti corri un rischio elevato di sbagliare.

La quinta è che abbiano la stessa visione del sesso. Non è importante quanto sesso ci sia in un matrimonio, ma è importante che quello che c’è, soddisfi entrambi. Non ho citato l’amore e l’innamoramento? Per forza, sono tutte cazzate. J Se per amore intendiamo il volersi bene, che ho descritto precedentemente, allora siamo d’accordo, l’amore è necessario. Purtroppo l’esperienza mi ha consentito di vedere chiaramente come in tanti casi dietro al “ci amiamo tantissimo “ ci sia il vuoto assoluto, magari c’era un bel movimento ormonale ma niente altro. L’innamoramento violento, peraltro bellissimo, è purtroppo l’ultima delle garanzie per un lungo matrimonio.

 

Ti ha tradito? (Tradimento e fedeltà)

 

Cerchiamo di capire prima di tutto cosa sia questa fedeltà perché di solito il termine fedele si associa a un cane; l’attaccamento del cane prescinde da quanto sia stronzo il suo padrone. Potete maltrattare un cane e prenderlo a calci in culo che lui sarà sempre lì per voi. È di questa fedeltà che stiamo parlando? Perché in questo caso ti posso garantire che nessun umano è fedele, o meglio, può esserlo finché non trova un altro “padrone”.

Usiamo definire fedele, una persona che non fa sesso con altre nel momento in cui è “assieme” con qualcuno. Giusto? Tutto il resto non importa, l’importante è che non faccia sesso con qualcuno altro. Come si fa a sapere se il tuo uomo è in questo senso “fedele”? In teoria nessun umano è fedele, anche se in pratica le persone fedeli esistono. Il “fedele” può esserlo per scelta o per condizione: Lo sfigato che ti sposi pensando “ma dove la trova un'altra questo?” magari vivrà la sua “condizione” di fedele perché non ha scelta, in quanto non ha alternative. Fino a quando? Fino a che, e capita a tutti, troverà un’alternativa allora non sarà neanche in grado di fare una scelta perché non l’ha mai dovuta fare, così potrebbe succedere di tutto compreso che ti molli per una qualsiasi ciucciasoldi.

In alternativa puoi “imbarcarti con un tipo “navigato” e “gettonato” che, per quanto tu gli stia alle costole, tra un gettone e un altro, finirà di essere fedele e sceglierà di navigar per altri lidi.

La loro “condizione” è quella di non poter scegliere ma di subire gli avvenimenti. Già, ma allora chi è fedele per scelta? Ti sei mai chiesta perché tutti gli umani hanno tutto questo bisogno di sentirsi scelti? Tu vuoi “essere scelta” tra tutte le tipe che gli girano attorno e lui vuol sentirsi scelto altrimenti pensa che tu sia una tipa “facile”. La scelta sembra essere necessaria, proprio perché è la chiave fondamentale per la durata delle relazioni. Più tu sei stata scelta, e meno opportunità di esserti infedele ha il tuo partner.  La soggettiva opportunità è la scelta. J

Per spiegarmi meglio facciamo un esempio assurdo ma esaustivo: al tuo tipo piacciono solo ed esclusivamente le ragazze alte rigorosamente un metro e sessanta dal peso di 45 chili con capelli ricci neri, occhi azzurri che conoscano la Divina Commedia a memoria. Combinazione, sei esattamente il suo tipo. Buon per te. J Quante altre donne con queste caratteristiche potrà incontrare nella sua vita? Praticamente nessuna? Complimenti! Hai vinto l’uomo fedele! J Tanto più sei stata “scelta” e non gli sei capitata, tanto più lui sarà fedele, perché per quanto tante altre gli gireranno attorno non riusciranno mai a far breccia nel suo “filtro”. Al momento buono lui dirà loro: “Ahi quanto a dir qual era è cosa dura!” e appena noterà che loro sembreranno compiaciute pensando a qualcosa di diverso dalla “selva selvaggia” gli si bloccheranno gli ormoni. J

Ti ricordi quando si disquisiva sulle varie forme di bellezza? Volevo arrivare esattamente qui. Più il tuo tipo ha gusti fortemente selettivi sul piano fisico, mentale e caratteriale, meno correrai il rischio che lui non ti sia fedele salvo, ovviamente, che tu non cambi fisicamente o mentalmente in modo radicale. Certo che se lui si è scelto solo una “buona moglie” è chiaro che non avrai mai grandi garanzie di fedeltà.

Solo con una persona che ha gusti impossibili sarai nella condizione di essere il meno possibile a “rischio corna”. J

Qui, a costo di essere ripetitivo, non posso far altro che raccomandarti di “farti scegliere”. È un tuo specifico diritto: Solo facendoti scegliere ti porrai statisticamente al riparo da “cornoni”. J

Se poi il tuo tipo oltre ai restrittivi criteri di scelta ti vuole davvero un po’ di bene hai fatto bingo.

Chi ti vuol bene non ti vuole esporre né a sofferenze né al ridicolo. Non solo non troverà un’altra che gli piace ma, nel caso remoto la trovasse, troverà buoni motivi per scansarla. Se il tuo tipo ti vuol bene eviterebbe chi conosci perché sarebbe uno sgarbo. Poi non dovrebbe essere né una collega né una vicina di casa altrimenti la situazione cornificatoria non reggerebbe, prima o poi salterebbe fuori e oltre al delirio finirebbe a incasinarsi il lavoro o il vicinato. Se ti vuol bene, inoltre, si porrebbe il problema che la “lei” non ti giudichi e non ti ritenga una coglionazza cornuta perché toglierebbe qualcosa a te, quindi a lui. Non in ultimo si porrebbe il problema di non rischiare di “portare a casa” malattie varie che sono più diffuse di quanto pensi.

Insomma, nessuno è fedele, ma ci sono condizioni che ti mettono, di fatto, nella condizione di esserlo. L’uomo che si trova in queste condizioni è un uomo “fedele” perché fedele a se stesso e alle sue scelte.

Devo anche battere sugli stessi tasti raccomandandoti di scegliere un uomo capace di stare “ da solo”, perché, nel momento in cui deciderà di stare con te, sarà perché ti avrà scelto.

Il tradimento, per chi è capace di stare da solo, non ha un grosso significato. Il tradimento è figlio di una condizione sociale di “obbligatoria appartenenza”. Il “tradimento” esiste e assume significato solo in un contesto sociale che impone l’appartenenza a qualcuno; che impone conoscenza, fidanzamento e matrimonio. “Tradire” è figlio di un progetto non di una situazione. Se decidi, giorno per giorno, di vedere una persona senza obiettivi e senza fini, semplicemente perché le vuoi bene, come fai a essere “tradita”?

Se una coppia decide di stare insieme senza alcuna costrizione e senza alcun vincolo il tradimento non ha senso. Nel caso in cui uno dei due desiderasse un altro se ne andrebbe con l’altro senza bisogno di tradire nessuno. Ecco che vincoli, promesse, convenienze e incapacità di star da soli generano il tradimento. Io voglio una che mi stiri le camicie ma voglio scoparmene un’altra oppure io voglio il marito ricco ma voglio farmi ripassare dall’idraulico che ha un “coso” così. J Tutto qui: Il vero tradimento si configura prima dell’atto concreto di cornificare, il vero tradimento si configura nello stare con qualcuno per convenienza. Il vero tradimento da temere è svegliarsi nello stesso letto di qualcuno che ti dice che ti ama ma non ti vuole bene. A lui servi per il raggiungimento dei suoi obiettivi riproduttivi, necessità logistiche o semplicemente perché non sa stare da solo. In questi casi, sei già stata tradita. È perfettamente inutile che ti incazzi perché si è scopato un’altra, non sta lì il né il problema né la soluzione. Se lo hai beccato che si è sbattuto una poveraccia è inutile che cominci con l’ amletico “lo mollo o non lo mollo” perché non ha nessun senso. Ti vuole bene o no? Questa è la domanda. Se la risposta è sì una, dico una cazzata si può perdonare senza neanche metterla giù troppo dura anche perché ci sono cose un po’ più importanti degli organi sessuali. Se sono solo quelli che ha messo in condivisione tutto sommato, se si tratta di una volta nella vita si può catalogare sotto la voce debolezza. Se decidi di rimanere con lui evita di “fargliela pagare” perché non fai altro che perderci di più. Darla al primo pirla per fargli dispetto è la cazzata più colossale che tu possa fare, primo perché non ti diverti, secondo perché non fai altro che giustificare il suo comportamento: Quindi gli fai una cortesia, non lo punisci per niente! L

Nel caso sia successo qualcosa d’altro chiediti: “Mi ha messo in discussione?”. Questa, credo, sia la vera domanda che devi farti, nel caso tu stia pensando di mollarlo a seguito di un tradimento. Ovvero: Quando ti tradiva pensava di mollarti se gli fosse andata bene con l’altra? Oppure non se lo sarebbe comunque mai sognato di mollarti? Questi forse sono concetti sui quali basare delle scelte perché l’arrapamento per un’altra e la ricerca di un’alternativa sono due cose diverse. Se era un’alternativa che stava cercando prima o poi ne troverà un’altra per cui mollalo: Se gli è capitato un “incastro” dagli una seconda occasione posto che sia davvero una persona con cui stai bene e che ti vuole bene.

Per concludere farei una riflessione: ho conosciuto scambisti che si volevano molto più bene di tante belle “coppie felici” forse perché davano importanza a cose diverse da pene e vagina. È la religione e la società che ti impongono valori legati alla dispensazione della tua vagina invece che alla tua capacità di voler bene. Posto che non avrei avuto piacere a scambiare la mia donna con qualcun altro, perché di più bello di quello che avevo non avrei potuto avere, talvolta rifletto su come il sociale imponga, di fatto, di “scambiare” i tuoi affetti con altri. Hai mai riflettuto sul fatto che forse tuo marito passa più tempo con la sua segretaria che con te? Questo per te non è un problema: la sua segretaria è brutta e vecchia. Già ma forse per lui è una compagnia più piacevole perché oltre a essere simpatica e affettuosa gli risolve un mucchio di grane invece di creargliele per cui lui passa con grande piacere la giornata con lei. Per te continua a non essere un problema tanto “non ci scopa”. Davvero dobbiamo ridurre tutto a quello? Si sta insieme perché si sta bene insieme o per cosa? Quanta parte della tua nostra vita, di fatto, siamo obbligati a trascorrere con i “colleghi” e quanta con chi veramente vorremmo stare? Davvero l’unico grande problema deve nascere da una scopata? Mah, affrontiamo l’argomento “gelosia” così ci facciamo due risate. J  

 

La gelosia.

 

Anche in questo caso il termine può assumere significati diversi. Affrontiamo il discorso assumendo gelosia come la paura che il nostro partner faccia sesso con qualcun altro.

La gelosia si traduce in più o meno marcate attività volte a rovinare e limitare la vita del nostro partner. Limitare o rovinare la vita di qualcuno, non ha niente a che fare con il voler bene, perché voler bene significa gioire della gioia dell’altro non della sua tristezza per quanto gli roviniamo la vita. Pensare di potersi permettere di rovinare del tempo a un’altra persona non significa neanche “tenerci”. Se “tieni” a qualcuno vuoi che stia con te e, rompendogli le scatole, non fai altro che farlo scappare. Ne segue che la gelosia è innanzitutto un moto egoistico, poi stupido.

Nella vita puoi essere altruista, cioè impiegare risorse per aiutare qualcuno, oppure egoista, ovvero far impiegare risorse a un altro per guadagnarci tu. In alternativa puoi essere stupido, cioè impiegare risorse tu e l’altro senza che nessuno guadagni niente. La gelosia è forse il migliore esempio di stupidità che la mente umana poteva partorire.

È tra l’altro curioso osservare come molte delle persone gelosissime siano le prime a cornificare a go-go; la loro gelosia è determinata dalla semplice paura che tu faccia quello che loro già fanno.

È curioso anche osservare che l’unica cosa che può bloccare l’uomo medio dal cornificarti, è solo il suo senso di colpa, perché tutte le tue rotture di balle non fanno altro che dargli un’ottima scusa per farti i cornoni. Curiosamente l’uomo medio, che storicamente dovrebbe essere colui che ti protegge, risente moltissimo del senso di colpa per cui se proprio hai paura che ti faccia le corna devi fare esattamente il contrario che essere gelosa; atteggiati da chi si fida e non dubiterebbe mai di lui. Nel caso, invece, gli pianti la scenata di gelosia settimanale e, per caso, lui non avesse fatto niente di male, finirebbe a mollarti o in alternativa, per dare un significato alla situazione, cornificarti per davvero. Sono rimasto stupito poche volte nella vita, come quando ho avuto modo di osservare diversi noti “bastardi “ cornificatori farsi problemi di neonata coscienza in occasione di una relazione con una persona che dava loro fiducia. La piena fiducia stimola nel maschietto l’atavico senso di protezione nei confronti della donna. La gelosia, il controllo e la diffidenza non fanno altro che ben predisporlo ad approfittare di un’occasione.  In pratica hai una sola rivale in amore e sei tu. La “te gelosa” è l’unica vera rivale da combattere, l’unica che davvero può toglierti il tuo uomo: le altre se devono capitare capitano lo stesso, anzi capiteranno tanto più frequentemente tanto più sei gelosa.

Tu proprio non riesci ad evitare di esserlo? Pensa da cosa dipende. Perché anche questo limite della gelosia ha le sue radici nella storia. Una volta l’uomo rappresentava per la donna protezione e mantenimento e le donne, quando mettevi in gioco la loro sopravvivenza cercando di fregargli l’uomo, logicamente diventavano cattive. Oggi sei protetta dalla legge e puoi far la spesa con il tuo stipendio, puoi interrompere la catena. Non ci sono più scuse per rovinarti da sola la vita con ‘ste cazzate. Mi rendo conto di essere stato limitativo nell’analisi ma volevo puntualizzare un fatto. La gelosia è un limite psicologico da curare come tanti altri perché non ha alcuna giustificazione logica. In estensione al tipo di gelosia di cui stiamo parlando c’è quella più bastarda: la gelosia di tutto, quella che va a braccetto con l’egoismo e, talvolta, vampirismo. Sto parlando di quel contesto di vita dove il partner opera più o meno lentamente la riduzione delle attività e della vita di relazione dell’altro. Piano piano non puoi più vedere amici, amiche, cominci a far difficoltà a lavorare, a dedicarti ai tuoi hobby perché lui in un modo o nell’altro ti rompe le palle o, in alternativa rimane rigorosamente antipatico o addirittura maltratta tutti.

Lentamente ti accorgi che non vedrai più neanche i tuoi parenti salvo che non gli servano per qualche motivo. A un certo punto ti sentirai molto sola ma continuerai a sperare che le cose cambino: Cambieranno, infatti, perché cambierai tu, ti adatterai alla tua solitudine e ti deprimerai. La sua gelosia alla lunga ti priverò del piacere di vivere.

Ci sentiamo ancora di difendere la “gelosia”? Non è solo la massima rappresentazione del proprio egoismo e dei propri limiti, ma è la massima dimostrazione del fatto che ci frega solo di noi stessi e non della persona alla quale proclamiamo amore perché se è vero che si ama, l’amore può essere tutto tranne che limitare o rovinare la vita agli altri.

Sono perfettamente conscio della scorrettezza sociale della mia affermazione per cui mi tocca metterla sul personale. J

Mi è stato chiesto: “Ma la donna te la lasci portar via così senza batter ciglio tu? Io se mi portano via qualcosa a cui tengo gli faccio un occhio nero, altro che no.”

La risposta purtroppo è sì. Certo che se uno che mi conosce cerca di “portarmi via” la donna mi tocca incazzarmi perché a tutti gli effetti è uno sgarbo che lui fa a me ma la questione rimane tra me e lui.  Se lui mi rapisce la donna e la violenta allora lo uccido senza cercare tanti perché ma non stiamo parlando di rapimento. Stiamo parlando d’altro, stiamo parlando di una persona che decide di mollarci; una persona non è “qualcosa che ci portano via” ma è qualcuno che decide di andarsene. Qualcuno a cui vogliamo bene e a cui dovremmo cercare di impedire di vivere meglio con qualcun altro solo perché lo amiamo (tradotto: ci serve)?  Allora impediamo ai figli di sposarsi così vivranno sempre con noi. Ma che cazzo di senso ha? Mi spiace ma non mi vedrai mai combattere per “tenermi la donna”. Mi sono messo insieme solo a donne a cui volevo molto bene, che mi piacevano moltissimo e che sapevo non avere obiettivi molto dissimili dai miei. Ho sempre fatto il possibile per essere un valido amico prima che fidanzato, ho sempre fatto il possibile per metterle al primo posto nelle mie priorità, per migliorare la loro esistenza e non ho mai fatto mancare loro di sentirsi belle e desiderate ( quest'ultimo non è stato proprio uno sforzo) ! J

Stante queste condizioni, se proprio una donna mi vuol mollare, onestamente non mi importa. Ci posso star male ma non è un problema mio, anzi è tutto suo! J Tappeto rosso a chi ti molla! La cosa più devastante nella vita non è farsi mollare, ma avere qualcuno che sta con te perché non ha alternative migliori. In questo senso ho sempre lasciato alla mia compagna massimi "spazi". Volevo essere scelto ogni giorno, non imposto, ed è quello che ho sempre augurato a tutti. J Chi combatte sotto assedio per “tenersi” il partner evidentemente si è dimenticato di combattere ogni giorno perché, se l’avesse fatto, non avrebbe altre armi da metter in campo alla fine. “L’alabarda spaziale” J se l’avevi dovevi usarla prima di far arrivare il tuo partner in bilico, anche perché dopo, purtroppo, la storia è già finita. Ti ricordi Gig e Venus? Prima si facevano massacrare poi tiravano fuori una qualche “cagata spaziale” e smerdavano il nemico. La vita non è un cartone animato ( purtroppo), e se abbiamo i “missili fotonici”, usiamoli ogni giorno per tenerci il partner così eviteremo di incazzarci quando ci metteranno in discussione. J I missili fotonici li hai usati tutti i giorni ma ti ha messo lo stesso in discussione?

Allora infilagliene uno nel culo e mentre accendi la miccia guardati intorno ! J

 

A cosa ti serve una religione?

 

Avendo trattato la sovrastruttura religiosa, mi soffermerei a fare una riflessione sulla religione. Evitiamo di fare tutta la storia del rapporto tra donna e religione perché rischiamo di annoiarci a morte. Una cosa la possiamo osservare in modo chiaro: la donna è sempre stata discriminata in tutte le religioni. Nell’islam sei una schiava, nel cattolicesimo lo eri e, se ti va bene rappresenti il diavolo, se ti va male sei proprio una strega; purtroppo anche nel buddismo sei solo una peccatrice. In tutte le religioni si afferma con chiarezza il ruolo superiore dell’uomo. Urge una riflessione: ma questi dei esistono e sono tutti divorziati cornuti diventati misogini oppure, visto che i custodi delle religioni erano uomini, si sono inventati delle liturgie che servissero a tenere sotto controllo le donne?

Non voglio essere razionale a tutti i costi, ma chi te lo fa fare di credere nell’esistenza di un dio che ti giudica inferiore? Ma che dio è un dio che giudica in funzione del sesso? Qualcuno dice che “ancestrali motivi culturali” hanno condizionato anche lo sviluppo delle religioni. Ma non scherziamo, perché significa ammettere che le religioni sono state create dagli uomini e quindi implicitamente annullarne il loro significato metafisico. Fortunatamente il tempo passa, la cultura aumenta, e aumentano le difese immunitarie celebrali da condizionamenti religiosi. Non dico che le religioni dovranno necessariamente sparire, ma auspico che vengano sempre di più fruite in chiave di miglioramento della propria vita, e non in chiave di costrizione; in una condizione mentale di illuminazione, non di oscurantismo.

Oscurantismo e lavaggio del cervello hanno mandato molta gente da psichiatri e psicologi, i quali, scherzando, “ringraziano” le religioni perché dicono che gli procurano il 70 % dei clienti.  Diavoli e diavoletti con il loro forconcino e le loro fiammelle ci sono stati “iniettati” nel cervello da piccoli e, tra chi tenta di reagire a queste forme di condizionamento, c’è chi soccombe; tra questi c’è una maggioritaria presenza femminile.

Bé meglio di una volta quando ti bruciavano perché eri una strega. Stregone era anche Copernico e tutti quei poveracci/e che tentavano di pensare con la loro testa. Sì, perché il bello è che, se vogliamo trovare una definizione di stregoneria, dobbiamo trovarla nella seguente: “Colui che pensa con la sua testa e indaga la realtà prescindendo dai precetti religiosi”. Chiunque pensa con la sua testa è sostanzialmente uno stregone. Ti sembra di essere una strega perché cerchi di capire la realtà con la tua testa? Ma per favore! J

Il sesso è una delle forme di condizionamento delle donne più comuni nelle religioni, e mi sembra un buon motivo per cercare di liberarti da queste trappole, anche se questo richiede un lavoro molto lungo. Purtroppo, come dicevamo, il potere di alcuni dipende da quanto il popolo si riproduce, e la più funzionale leva è quella di finalizzare ogni rapporto sessuale alla riproduzione. Per cui niente pillola, niente preservativo, niente aborto e via vietando. Una curiosità: Nella religione cristiana cattolica ti dicono che devi rispettare i loro comandamenti. Il famoso “non commettere atti impuri” a prescindere da cosa cavolo siano, non è il comandamento presente nella bibbia che invece è “Non commettere adulterio”. C’è una bella differenza. J Da quando gli uomini possono cambiare i comandamenti di Dio? Da quando ti devono far riprodurre! J

A prescindere dal fatto che i comandamenti della Bibbia sono i comandamenti di Mosè e del suo Dio. A noi hanno detto che Cristo è figlio di quel Dio ma, i “proprietari intellettuali” di quel Dio, gli Ebrei, dicono che Cristo non è il figlio del loro Dio. Infatti, ci insegnano che il Dio “cattivo” della bibbia è diventato Dio “buono” dopo Cristo. In realtà sono due dei diversi, Dio non cambia. Tecnicamente la Chiesa cattolica sta “rubando” il Dio ebreo continuando a far riferimento alla bibbia; ma la bibbia è stata scritta da chi dice che Cristo non è figlio di Dio.

Ma davvero vuoi creati dei problemi sessuali perché te lo dicono queste persone? L

Farti riprodurre, come abbiamo visto, è un obiettivo di tutte le religioni ma l’altro è quello di farti condizionare al meglio i tuoi figli. I tuoi figli, ben condizionati, diventano “produttori” o “carne da macello” al comando dei gestori del potere religioso. Quanti cadaveri sono stati prodotti dalle guerre “di religione” che in realtà erano guerre per gli interessi dei religiosi. Un bel lavoro, fatto dalle madri di tanti cadaveri per lavargli accuratamente il cervello al fine di fargli fare quello che dicevano i potenti. La storia è piena di ammonimenti ma sembra che le madri non abbiano mai capito. Negli anni 2000 ancora abbiamo persone che si fanno scoppiare in attentati perché, morendo così, andranno in paradiso con mille vergini. In tutto con buona pace delle loro madri che hanno la responsabilità oggettiva di averli messi nelle condizioni di credere a tante cazzate. Non parliamo di infibulazione e mutilazioni varie che le madri infliggono alle figlie sulla base di altre cazzate.    L'infibulazione è la mutilazione che alcuni musulmani infliggono alle bambine per impedire loro di godere dell'atto sessuale. In pratica consiste nell’asportazione del clitoride e nel cucire le grandi labbra lasciando una piccola fessura dalla quale urinare. Detto intervento, compiuto in ventotto paesi dell'Africa islamica, non viene compiuto in clinica da un chirurgo, ma dalla mamma, senza nessuna forma di anestesia. Va da sé che ogni anno muoiano due milioni di giovani creature (dato WHO) per sepsi o dissanguamento.

Purtroppo chi ha dato la bandiera al femminismo oggi difende la religione islamica, per cui queste poveracce continueranno a crepare dimostrando, se ce ne fosse bisogno, che da religioni e ideologie è meglio starne fuori. J

In conclusione di questo argomento vorrei chiarire un punto: non sono contro le religioni ma contro i danni che procurano, per cui evita di lavare il cervello a tua figlia con una religione e dalle una posizione critica. Evita di crearle problemi sessuali che procureranno sicuramente dei danni.

Come dici? Tu non fai altro che dirle le stesse cose che hanno detto a te? Male. Se ti avessero infibulato da piccola infibuleresti tua figlia? No?! Sei sicura?

Lasciamo liberi i giovani da condizionamenti. Lasciamoli liberi di aderire, se vorranno, a una religione. Se lo faranno sarà perché questa evidentemente migliora loro la qualità della vita; di certo non aderiranno a una religione per farsi esplodere da qualche parte. L

 

 

vai alla mia Home Page