L’età e i rapporti.

 

La singletudine impenitente porta talvolta a trovarsi in ballo in un rapporto con un partner molto più giovane o molto più vecchio. I più gravi giudizi di questi rapporti li sento proprio dai diretti interessati Più frequentemente sento la donna colpevolizzarsi per essere insieme a un uomo più giovane di lei, quasi che fosse un obbligo stare con un uomo più vecchio. L’obbligo c’è ma è un obbligo imposto dalla solita sovrastruttura. Tu sei una macchina per la riproduzione per cui devi stare con un uomo più vecchio; l’uomo più vecchio può sempre ingravidarti. Come? Non sei una mucca? Non ti misuri in vitelli/anno? Bene! Allora che ti frega? Le tue amiche ti parlano male alle spalle? Ci credo! Ti invidiamo! Lasciale invidiare, almeno vivono per qualcosa. J

Alla radice di tutte queste cazzate c’è solo una domanda che ha un senso: Gli vuoi bene? In seguito ce ne è un’altra: Gli migliori la vita? Se entrambe le riposte sono affermative viviti la tua storia e basta.

Già, ma tu non hai l’esigenza di un giovane prestante che ti scopa, tu gli vuoi bene, tu non puoi più dargli figli o altre stronzate il che ti crea un problema. Stai sbagliando. Gli vuoi tanto bene ma pensi che sia scemo? Se non lo vuoi dillo chiaro, ma trova un altro modo per rovinarti la vita; non è già abbastanza difficile? Lui lo sa abbastanza bene quanti anni hai. Lascialo decidere della sua vita; a meno che non abbia quindici anni, è perfettamente in grado di badare a se stesso.  J

Non ho mai trovato limiti nella differenza di età, semmai li ho trovati nella differenza di “cranio”. La teoria dello sviluppo dice che sei uno è un coglioncello da piccolo, da grande diventa un grande coglione e da vecchio diventa un vecchio coglionazzo. J  I maschietti invece teorizzano sull’evoluzione della puttanella. Tale teoria dice che la giovane puttanella, da grande diventa una grande puttana e da vecchia una vecchia troia. J

Torniamo seri L; l’incontro di due persone è una cosa troppo complessa per essere risolta in una differenza tra due anni di nascita a meno che gli anni di nascita non rappresentino il capitale economico accumulato. Il giovane poveraccio con la vecchia ricca fa venire qualche dubbio sull’importanza della componente affettiva. Però solo un dubbio, perché in fondo ognuno ha il diritto di trovare un equilibrio e un affetto in chiunque purchè non ci sia dell’interesse consapevole.

Il principio educativo dell’allievo-maestro, caro alle culture orientali non è forse valido dal punto di vista filosofico? Il sistema allievo-maestro permette all’allievo di crescere e al maestro di dare un senso ai suoi studi. Cosa c’è di più sublime, filosoficamente parlando? E tra l’allievo e il maestro non ci vuole forse una certa differenza di età? La cultura orientale è meno incastrata dell’occidentale nel nozionismo, il maestro non è solo “uno che sa” ma “uno che sa essere”.  È l’esperienza di vita, oltre alla conoscenza che fa la differenza: È quella cosa che si chiama saggezza.

Nelle culture occidentali il “maestro” è imposto, si chiama “padre” anche se è un perfetto coglione che voleva riprodursi ma non c’è scelta, il maestro è imposto. Da noi al figlio tocca seguire gli insegnamenti del padre, anche se gli insegnamenti sono quelli di picchiarsi allo stadio. J In altre culture il padre è il padre, il maestro è il maestro. Chissà come mai le culture orientali sembrano essere più “avanti” delle occidentali? J

Ok! Ma che cazzo c’entra ? J. Hai ragione, stavo divagando un po’, ma non troppo! L’incontro di due età molto diverse può essere visto come l’incontro di una tensione alla conoscenza e di una saggezza che si danno un vicendevole senso. Attenzione, non sto parlando di un dare/avere ma della risoluzione di una tensione al miglioramento di cui teorizzavo nel capitolo riguardante l’innamoramento. Il maestro da un senso alla sua conoscenza trasmettendola a un allievo meritevole. È nell’accezione “meritevole” che si risolve l’affetto del maestro ed è nell’accezione “maestro” che si risolve l’affetto dell’allievo. Già, ma così ci guadagna solo l’allievo? Domanda occidentale! J In realtà il maestro ha occasione di sviluppare ulteriormente la propria saggezza attraverso la curiosità dell’allievo.

Tornando al “pratico”, nel caso in cui ci sia un vero affetto, sono del parere che una forte differenza di età non sia una preclusione allo sviluppo di un rapporto. Vista la tristezza dei rapporti socialmente omologabili il fatto di appartenere entrambi a un rapporto non socialmente accettato potrebbe essere il modo di fare “squadra”. Combattere insieme, contro “gli altri” e contro i propri limiti può essere un modo di condividere lo “scudo”. Sono molto maggiori i gruppi e le nazioni che sono nati e cresciuti “contro” qualcosa di quelli che si sono basati su qualcosa.

Naturalmente non puoi pretendere di avere l’approvazione del tuo coetaneo medio. È incredibile come molti uomini quaranta/cinquantenni si alterino di brutto quando parlano di come tu “vecchia”, poniamo, cinquantenne ti arrapi a guardare un giovincello. È veramente curioso guardarli mentre si incazzano descrivendo il tuo ingrifamento dal momento in cui loro fanno la stessa cosa da sempre, solo che curiosamente a loro deve essere permesso, a te no.

Fottitene; tieni solo conto del mio teoremino sul prodotto del fascino per la bellezza. Tieni conto che l’arrapamento manifesto non è fascino, è un disturbo. Sara tanto più facile tu finisca con uno più giovane tanto meno ti interessa la giovinezza in se. Questo perché lui sarà tanto più disponibile a frequentarti quanto meno tu dimostrerai interesse sessuale. Ci sono almeno un paio di settantenni che mi affascinano e con le quali passerei volentieri una bella serata ma non hanno nulla a che fare con delle “arrapatone “ a caccia di giovincelli, anzi. Lo considererei io un “onore” concesso, una serata con loro, non viceversa.  Questa è la corretta condizione, il o la più vecchia non deve essere un/a arrapata qualsiasi, deve essere maestro/a.

I maschietti irriducibili devono definire la donna che si accompagna con uno più giovane come ”nave scuola”. Io non ci vedevo niente di male finché non ho sentito una mia stimatissima conduttrice radiofonica alterarsi un pochino di fronte a questa definizione.  Nel riflettere sul perché di tanto risentimento mi son reso conto che, in effetti, la definizione non dava spazio a evoluzioni del rapporto. La nave scuola è temporanea per definizione. Ecco cosa vogliono toglierti: Il futuro della tua relazione come se le loro relazioni con giovincelle decerebrate avessero un futuro. Il mio consiglio è sempre lo stesso, fottitene!

Quando l’invidia parla il saggio è sordo. J

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