IL DIVORZIO

(Leggi prima pagina sul matrimonio)

 

Continuazione della visione dello scapolone quarantenne.

 

Avevamo zittito lo scapolone nella sua maschile interpretazione del matrimonio a un finché… facciamolo continuare J

“Non siete stati mica carini a bloccarmi così ma capisco che stavo andando fuori capitolo J

Dunque dicevo che tutti cercheranno di sopravvivere finché lei dopo tutte le balle sull’amore e compagnia bella un bel giorno trova uno che “la capisce davvero” mediamente un coglione che non avrebbe mai sposato ma da quale si diverte molto a farsi ripassare.

La vicenda va avanti un po’ nella massima insoddisfazione reciproca poi  arriva dal marito e gli dice che forse non lo ama più. Apriti cielo, qualsiasi femmina a questo punto avrebbe già capito che il maritino se ne sta ripassando un’altra ma il maschietto proprio non ci arriva. J

Allora il maschietto si deprime e cerca di riconquistare la sua bella ma non ha capito che lei sta solo cercando di guadagnare il tempo tecnico per ottenere un buon mantenimento per lei e per i figli e per darla a bere ai genitori e ai suoceri.   Quindi più lui si sbatte più piglia calci in faccia e non capisce. Nel frattempo lei sta lavorando per organizzare tutto al meglio e continua a ripassarsi l’amante tanto il maritino è così becco che neanche capisce che sarebbe ora di alzare le antenne. Segue una bella firma di una separazione concordata dove lei si aggiudica a vita una bella rendita economica  e lui finisce nella migliore delle ipotesi in un monolocale economicamente castrato a vita. ma con la grande soddisfazione di avere dei figli. In pratica viene buttata fuori casa tanto la casa la “tiene lei” con la complicità di leggi infami. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge tranne i mariti. J  i figli poi, dopo il divorzio… Scusami ma è meglio interromperlo nuovamente, dei figli nel divorzio ne parlerò io in prima persona.

 

Perché si divorzia?

 

Parlando di matrimonio abbiamo fatto un mucchio di premesse e potremo fare un mucchio di analisi psico-socio-religio-filosofiche ma non direi niente che tu non abbia già sentito in centinaia di trasmissioni di pseudo esperti. Purtroppo il motivo per cui si divorzia è semplice e banale ed è per questo che non l’ha detto nessuno. E’ banale ma  dissacra tutte le famiglie “di una volta” e rende ancora più chiara l’esistenza della sovrastruttura matrimoniale-riproduttiva.

Allora perché si divorzia? Perché la donna può farlo! Perché sono cadute le costrizioni economico sociali che le impedivano di farlo. Tutto qui? Si tutto qui. Ti sembra banale?

La possibilità cambia l’atteggiamento e il cambiamento dell’atteggiamento della donna nel matrimonio toglie il pilastro storico dello stesso.   Vediamo un po’ a cosa porta questa affermazione.  Tua mamma avesse potuto avrebbe divorziato? E tua nonna ? Ecco perché continuano tutti a girarci attorno. Mi è stato detto “Mia mamma anche se avesse potuto non lo avrebbe mai fatto, è una donna di una volta!”. Cosa contiene questa affermazione accostata alla precedente? Se non puoi divorziare non lo fai; se puoi farlo e non lo fai è solo perché sei una donna di una volta. Ne segue che l’unica donna che possa ambire a non divorziare è una “donna di una volta”.  

Ma se lui è uno stronzo? Non divorzi, sai quanti uomini stronzi si sono tollerate a vita le nostre ave?  E se lui mi fa le corna? Non divorzi, hai una idea vaga di quante corna hanno tollerato le donne nella storia del matrimonio. E se non lo amo più? Non divorzi, come dicevamo prima i matrimoni fino a un centinaio di anni fa non erano assolutamente basati sull’amore.

Non sei disposta a tollerare queste cose? Non ti sposare J

Purtroppo l’istituto del matrimonio è sopravvissuto migliaia di anni sulle spalle della donna. Sbagliato che fosse è sempre stato così. Finalmente negli ultimi anni la donna ha potuto scegliere di divorziare  e l’istituto del matrimonio è andato in crisi. Non ci sarebbe niente di male se la donna avesse capito che può anche non sposarsi. Sembra una battuta ma alla luce del cosiddetto orologio biologico di cui abbiamo disquisito precedentemente non sembra essere così. La famosa sovrastruttura ti costringe al matrimonio ma non è più in grado di costringerti a non divorziare. Il danno finisce con l’essere doppio perché la scelta di divorziare non porta la rimozione della sovrastruttura. La stessa tanto ti faceva sentire “fallita” a non essere sposata prima, tanto ti farà sentire inadeguata dopo. E’ l’ultima presa per il culo, laddove il divorzio ti dà una sensazione  di effettuare una scelta, è solo una reazione a una imposizione (il matrimonio). Purtroppo è tardi. La sovrastruttura te la farà pagare cara in seguito.

 

La donna divorziata.

 

Lo scapolone si sta agitando e richiede la parola. J

 

“Si , grazie sentivo parlare di divorziate e dovevo dire la mia. Le divorziate, per carità, inacidite, incazzate, sanno solo raccontarti quanto era stronzo l’ex marito. Sanno solo riempirti di insulti, non sanno che cazzo vogliono l’unica cosa buona è che te la tirano in faccia perché così se non altro si illudono di non essere sole. Devono anche dimostrare che se non scopavano con l’ex marito non era colpa loro solo che dopo che te le sei sc…te devi darti alla fuga perché altrimenti ti sfondano i co..ni! “

 

Scusami ma lo devo  rizzittire… l’ho  fatto intervenire per farti sentire cosa dicono tra loro i maschietti. Purtroppo numerose amiche divorziate mi dicono che la situazione loro è molto simile a quella descritta. Cosa è successo dentro di loro?

E’ semplice sono i colpi di coda della sovrastruttura. Dopo il divorzio mentre l’uomo si intristisce e poi tira a campare la donna sente qualcosa spezzarsi dentro. Lo stesso condizionamento bastardo che ti ha portato al matrimonio ora ti lavora dentro rovinandoti l’umore. Questa è la reazione del sistema che si vendica perché non sei stata “adeguata”, non sei stata “donna di una volta” . Dillo… no dai, dillo, si con tutte le parolacce che vuoi, prego : “Ma che cazzo me ne frega a me di essere donna di una volta! Andassero a fare in culo principi, principesse e compagnia bella. Io posso stare da sola e voglio stare da sola!” J  Ohhhhhh finalmente cosi mi piaci! J Ma con meno cattiveria possibile ! J Sorridendo! J

Ecco dove sta la rabbia. Purtroppo dopo il divorzio la sovrastruttura si vendica facendoti sentire inadeguata ma per un istante riesci a vederla da sopra e ti rendi conto che alla fine sei stata presa per il culo . Era tutta una presa per il culo. Ti hanno portato al matrimonio ma non sono riusciti a darti una cazzo di motivazione per andare avanti. Ti hanno costretto a una azione che era un fallimento il partenza. E ora devi reagire:  tutta la rabbia contro l’ex marito è un’altra presa per il culo. Il tuo ex-marito può anche essere un coglione ma non è sua la colpa. Gli uomini non sono mai cambiati.  La colpa è del fatto che nessuno ti ha detto prima che il matrimonio non può più stare in piedi se hai la possibilità di scegliere. E la cosa ti fa incazzare parecchio. Purtroppo tutto l’odio che proverai per il tuo ex-marito ti si ritorcerà contro come luce in uno specchio. Lui se ne frega, non sente colpe né inadeguatezza lui pensa solo a ricominciare, non si pone problemi.  Tutto il tuo odio consumerà solo te stessa. Renditi conto che sei solo vittima di una gigantesca truffa e stai in pace. Approfittane per stare un po in pace, più ti agiti per fare qualcosa e più ti fai dei danni. Approfittane per fare quello che non hai potuto fare prima, imparare a stare da sola.

Qualcuna si chiede come era possibile per le donne mantenere quell’equilibrio psichico che consentiva loro di reggere il matrimonio ma stai già saltando un passaggio.

Fino a un centinaio di anni fa la donna non poteva neanche sognarsi di aprire la bocca né tantomeno di litigare con il marito. Nella migliore delle ipotesi prendeva un ceffone o in alternativa un calcio in culo. Questo era l’equilibrio, prima fai ciò che dice il papà poi ciò che dice il marito e silenzio. Generalizzando questo è stato l’ambito decisionale della donna per migliaia di anni. La questione della soddisfazione, della realizzazione e della qualità della vita della donna storicamente non è mai esistito. La donna è comunque e sempre stata “gestita”. Fortunatamente, almeno nei paesi occidentali, non è più così. Sfortunatamente è successo tutto molto alla svelta e  tutti i veloci cambiamenti comportano delle vittime. In questo caso vittima primaria è stato in alcune donne l’equilibrio. Rispetto al tempo di sviluppo della razza umana il tempo in cui la donna è stata chiamata in massa a una completa auto consapevolezza della piena esistenza e del pieno diritto è un istante.

Purtroppo ti stai avventurando in un terreno inesplorato: la donna divorziata è rispetto alla storia del sociale una novità assoluta. Tocca a te tirare questo carro nella esplorazione di un nuovo mondo in cui la donna può starsene da sola. Fallo senza prendertela con nessuno perché  in fondo non è colpa di nessuno se non della storia della nostra società. Come ogni esploratore potrai avere mille difficoltà ma anche grandi soddisfazioni. J

 

Riguardo al numero di rapporti sessuali con uomini diversi che molte amiche divorziate vantano io spero che sia anch’esso una libera scelta. Tempo fa una mia amica divorziata  si vantava di aver fatto sesso per 14 sere di fila con 10 uomini diversi. Era stata moglie per dieci anni senza manifestare alcuna esigenza di questo tipo. Visto la definizione molto matematica le chiesi allora quanti amplessi avesse avuto in totale. La risposta fu: “mha un paio” . “A sera?” incalzai. “No, in tutto.” Ora era chiaro che ogni ulteriore indagine era inutile.

Non voglio discutere la libertà sessuale di nessuno ma ho una gran paura che tutta questa necessità di pseudo-sesso sia un'altra reazione quindi un altro danno.

Frasi del tipo: “ Visto che non sono capace di fare la moglie sarò almeno capace di far la puttana” le ho udite più di una volta purtroppo. Ti hanno fregato con tutte le balle sull’essere moglie quindi adesso fai “la puttana”? Ma tu chi sei? Ma possibile che a furia di tentare di reagire  continui a fare il gioco del sistema? E’ il sistema che ha deciso che se non sei moglie non puoi essere altro che troia. Tu sei e devi essere una persona che decide in assoluta libertà cosa fare e come vivere la propria vita. Non esiste la brava moglie come non esiste la grande troia se non nelle stronzate che ti ficca nella testa la famosa sovrastruttura la quale ci tiene a dimostrare che o stai alle sue regole o finisci male. E tu stai facendo solo il suo gioco. Pertanto, come dicevo prima, prenditi una pausa lavora sul tuo equilibrio e costruisciti una vita tendendo alla “illuminazione”, che in questo caso releghiamo alla rimozione delle sovrastrutture matrimoniali/riproduttive al fine di decidere in autonomia la tua strada.  

Il grande filosofo Siddarta (Buddha)  raggiunse l’illuminazione udendo questa frase: “Se tendi la corda oltre misura si spezzerà se la lasci troppo lenta non suonerà”. La unica via dell’illuminazione sta nella via di mezzo ; la linea che sta tra tutti gli opposti estremi. Curiosamente anni dopo il padre della nostra filosofia viene ricordato con la citazione “in medio virus (stat)” ovvero la virtù sta nel mezzo. Traduciamo banalizzando: Equilibrio. E l’equilibrio non si trova saltando attorno alla fune ma cercando di stare fermi su di essa.

 

L’uomo divorziato

 

Che dire dell’uomo divorziato? Come dicevamo prima l’uomo divorziato è vittima economica del divorzio ma solo economica. Si intristisce un po’ e poi riparte. L’uomo ha sempre avuto vita propria anche se sposato. Per cui per lui non esiste il “territorio” dei divorziati, son anni che pur essendo sposato continua a farsi i “cazzi suoi”. Non necessariamente in quel senso! J .. nel senso più generale del termine. E’ un milioncino di anni che l’uomo è abituato in questo modo.

Il suo destino dipenderà da cui incontrerà senza porsi grandi problemi.

Probabilmente incontrerà una straniera che abituata a casa sua a prendere ancora schiaffi o a subire maltrattamenti non le sembrerà vero di passare la vita a fare la moglie di un marito coglione finché vuoi ma che se non altro non la mena. Per molte di loro tutta questa libertà che da noi la donna ha guadagnato è solo un fastidio, vogliono solo un uomo buono che stia con loro esattamente come tua nonna. E qui permettimi un veloce messaggio alle mie amiche incazzate con le straniere che si sposano i loro ex-mariti. Voi quei mariti li avete mollati, che colpa ne hanno le straniere se a loro vanno bene. No, non è vero che sono tutte a caccia di soldi. Qualche stronza straniera c’è ma nella esatta percentuale delle donne italiane. La maggior parte delle donne  straniere è a “caccia di soldi” nello stesso modo in cui lo erano le nostre nonne. Non sono a caccia del ricco ma semplicemente di un uomo sufficientemente posizionato da garantire un futuro a loro e alla loro prole che è esattamente quello che tutte le donne in passato hanno fatto.

Non ve la prendete con loro, probabilmente hanno solo necessità minori delle vostre e questo non è né un pregio né un difetto. Poi, parafrasando, che senso ha incazzarsi se qualcuno raccoglie e usa ciò che buttiamo?

 

La legge e il divorzio

Evitiamo una grande storica menata e seguendo la nostra chiave di lettura vediamo come in sostanza anche la legge è cambiata in pochi anni passando da un estremo all’altro senza soluzione di continuità. Voglio porre l’attenzione sul fatto che legalmente la donna occidentale ha iniziato ad esistere un centinaio di anni fa. Le donne in passato non avevano alcuna forma di tutela legale nell’ambito del matrimonio. L’uomo decideva e poteva fare ciò che voleva. Ad oggi il matrimonio esiste solo a condizione che vi sia accordo tra moglie e marito. Se vi è un disaccordo non risolvibile il matrimonio non è più in essere e si passa alla separazione. Tutto nel giro, in Italia degli ultimi 50 anni. 50 anni che hanno ribaltato completamente i rapporti di forza tra coniugi. Se per il solito milioncino d’anni la donna era assolutamente indifesa dalla legge nel giro di 50 anni la parte dell’indifeso la fa spesso l’uomo. Questa affermazione è piuttosto pesantina ma l’ho sentita fare da molte femministe storiche. Chi ha lavorato con impegno e coscienza perché la donna assumesse gli stessi diritti dell’uomo guarda con orrore la situazione odierna dove una qualsiasi furbetta può rovinare economicamente il marito semplicemente sposandosi. Come spesso succede si rimbalza da un estremo all’altro causando danni ora da un lato ora dall’altro.

Qualcuna potrebbe dire che va bene così ma in realtà tutte le condizioni che creano discriminazioni fanno danni a tutti. Ad oggi esiste una sia pur minima parte della popolazione femminile che abusa dell’appoggio della legge per arricchirsi o per trovare un ingenuo che una volta ingravidate le mantenga. Dove sta il danno per la popolazione femminile? E’ semplice: l’uomo che ha fatto in tempo a sviluppare un minimo di esperienza e saggezza non si sposa più salvo che non sia vittima anche lui della necessità riproduttiva. Si crea una sorta di malfidenza in più che non rende più facile la decisione di sposarsi. Tornando alla definizione della “società” matrimonio faresti , non avendone alcuna necessità, società con un socio che ha di fatto più diritti legali di te? La risposta è no.  Inoltre, come mi faceva notare una mia amica “femminista storica” l’attacco economico al marito è ancora un sintomo della dipendenza della donna dall’uomo. Dipendenza che si era cercato di annullare. Il fatto che  l’affido dei figli vada quasi automaticamente alla donna è, in una supposta condizione di parità uno sbaglio. Uno sbaglio del quale qualche donna crede di avvantaggiarsene ma in realtà non fa altro che rimarcare differenze e creare storture che ricadono su tutte le donne. Tutti sanno che nessun giudice toglierebbe i figli alla madre per cui nel caso tu, madre divorziata lasciassi i figli al marito verresti accusata di essere una cattiva madre. Tua madre te ne direbbe di tutti i colori e tutti direbbero peste e corna di te facendoti sentire sbagliata. Alla faccia della parità di diritti e doveri.

Altra assurdità legale prodotta di recente fa riferimento alla legge sull’aborto.  La legge sull’aborto di fatto permette alla donna, qualora decidesse di non trasformare la rottura di un preservativo in un figlio, di poter abortire. La legge asserisce anche che la decisione riguardante il proseguire o interrompere la gravidanza è di esclusiva competenza della donna. Fino a qui mi sembra tutto logico e giusto ma andiamo avanti.

Due persone si incontrano in un locale, decidono di andare a casa e fare del sesso perché hanno una necessità fisiologica. In seguito non si vedono più perché preferiscono risolvere le loro esigenze con partner diversi. Una di queste donne rimane incinta e decide di tenersi il figlio perché gli va così. Convoca in tribunale i quattro o cinque maschi che si è scopata nella settimana incriminata e li obbliga al test di paternità. Quando si scopre di chi è lo sperma che ha fatto centro la “signora”, con la complicità della legge, obbliga il produttore a riconoscere e mantenere il bambino. Va da se che se lo spermatore è ricco diventa un bell’affarone considerando che lei, sempre con la comlicità della legge potrà prendere il figlio a calci in culo finchè vuole tanto non glielo toglierà nessuno.

Il riproduttore può transare tutto con un milioncino di Euro oltre a portarsi tutta la vita di avere un figlio non voluto con una donna che magari per lui non è proprio il meglio che c’era. Del resto non ci sono alternative. Facciamo un altro esempio accaduto realmente in Inghilterra. Una prostituta trovava via chat i clienti. Ad un certo punto rimane incinta, e decide di sfruttare il businnes. Chiede al gestore della chat di rintracciare i clienti che lei si era trovata nei giorni sospetti per obbligarli al test di paternità. Il gestore rifiuta e la prostituta lo cita in tribunale. Sarebbe come se tu fossi responsabile degli incidenti fatti dal taxi di cui sei passeggera. Altro esempio meno estremo. Due persone sono insieme e fanno sesso con l’accordo esplicito di non volere bambini. Lei  rimane incinta e decide di sfruttare il business rompe il patto e decide di tenersi il figlio e magari di farselo mantenere da lui. Il tutto con piena complicità della legge. A lui per tutta la vita la disgrazia di aver trasformato una spermata in un figlio con una donna  dopo rompe il patto.

Possiamo anche girarla al contrario, lui vuole tenere il figlio e lei decide di abortire.

In queste vicende  c’è evidentemente qualcosa di assurdo.

Se è giusto che la donna debba decidere in piena autonomia se tenersi il figlio o meno è sbagliato che dalla sua decisione debba dipendere la vita di un uomo.   

L’obiettivo del legislatore è di tutelare il figlio. Purtroppo in questo caso lo stato di cose trasforma il figlio in un business e onestamente non possiamo ritenere che il figlio di un business nasca nelle migliori condizioni. Un paio di mie conoscenti quando fiutano il business si adoprano a “trafugare” lo sperma all’occasionale compagno allo scopo di iniettarselo sperando che faccia “centro”. Una bella schifezza. 

 

 

 

Le necessità dei figli nel divorzio.

 

Chiedo anticipatamente perdono se in questo caso diventerò un po’ intollerante ma sono tutt’altro che perfetto! J

Senza bisogno di riaprire il microfono sulla chiaccherata tra maschietti quarantenni qui la tirata in stile pessimistico inacidito la continuo io.

Dopo la separazione a lui rimane comunque la grande soddisfazione di aver dei figli i quali, nel pasticcio infame in cui si sono trovati, non potranno fare altro che spremerlo come un limone vedendolo solo una volta alla settimana senza la minima voglia. La mogliettina farà immediatamente entrare in casa “colui che la capisce davvero” che durerà pochi mesi ma che comunque darà con precisione ai figli l’idea di che cazzo di vita dura sia questa. J Lui, affranto, e dai e dai troverà un’altra con cui piangere e fare altro e dopo un po’ gli passerà. Lei invece non capirà mai perché tutte le volte che gli sembra di aver trovato quello giusto non reggerà 6 mesi. I figli poveracci non sanno più chi cazzo troveranno in cucina la domenica mattina ormai rassegnati al via vai di semideficienti in casa loro. Peraltro papà  darà loro un riferimento certo portandoli fuori una domenica con una russa e quella dopo con una cubana.

Dopo pochi anni si chiederanno che cazzo sono stati concepiti a fare e arrivati a quindici anni saranno perennemente incazzati. Si renderanno perfettamente conto di essere un peso per la madre che “ha le sue esigenze” e il padre che “ha da fare”.  E tutti si chiederanno: ma cosa hanno ‘sti ragazzini che sono sempre incazzati e maldisposti? Perché ascoltano solo musiche dove c’è gente che dice parolacce e insulta chiunque. Già… che cazzo hanno ‘sti ragazzini ? Capire che i loro genitori abbiano fatto una bella stronzata a metterli al mondo in una famiglia di merda come la loro  sembra troppo difficile. Comunque, famiglia a parte troveranno sicuramente delle buone soddisfazioni nel lavoro. Un bel posto da centralinista con contratto a tempo determinato e belle 800 Euro al mese dovrebbero sicuramente dare loro delle belle speranze almeno per il futuro.

I genitori, nel bene e nel male sono un riferimento per i figli. Dove sono sti riferimenti?

A ballare il tango o la salsa? I figli più fortunati trovano la loro famiglia nella loro compagnia. Bella o brutta, ignorante o colta, ricca o povera la loro compagnia diventa la loro famiglia. E non provatevi ad aver qualcosa da dire, genitori, non avete più voce in capitolo. Ringraziate che, per quanto non vi possano piacere, vostro figlio/figlia abbia degli amici in grado di voler loro del bene. La compagnia di amici, lo dico a chi non l’ha avuta è una struttura con le sue regole, le sue costrizioni ed i suoi ausili esattamente come una famiglia.

A proposito di riferimenti, tempo fa incontrai un mio cliente che trovai visibilmente allucinato. Questa persona è un  veterinario ed era appena andato a visitare un cane piuttosto grosso presso l’abitazione del sua proprietaria. Dopo la visita si sedette al tavolo con la proprietaria per scrivere la ricetta per i farmaci. All’improvviso uscì un bambino di 8 anni dalla camera da letto che, vedendo il mio cliente in casa, disse con aria ancora addormentata: “ Mamma! Un altro maschio! Ma sei proprio una troia!” si girò e tornò in camera da letto. La madre per niente allucinata disse: “ Lo scusi, sa, ha un po di problemi!” Il veterinario le rispose che forse era lei ad avere dei problemi non il figlio e lei si giustificò dicendo che il fatto di avere un figlio e di essere divorziata non significava che lei potesse stare senza maschi.

Poco tempo dopo incontrai il figlio tredicenne di una conoscente al quale chiesi come stava la mamma, mi rispose che “stava con gli uomini” . Gli chiesi cosa volesse dire e mi rispose: “Tutti i weekend   trovo uno uomo diverso in camera da letto.”

Mi rendo perfettamente conto che potrebbero sembrare casi limite ma lo possono sembrare solo a chi non ha avuto recentemente l’occasione di parlare “alla pari” con dei quindicenni. Dovresti sentire cosa dicono dei loro genitori. 

Allora posso capire che sti genitori  abbiano le loro esigenze ma tenete presente una cosa: nessun figlio ha chiesto di venire al mondo. Chi ha voluto per libera scelta metterlo al mondo, mi spiace per loro, ma per almeno una quindicina di anni se non di più non hanno alcun diritto.  Zero diritti e zero esigenze, avete voluto la bicicletta? Si diceva una volta. Mi spiace, non hai alcun diritto di avere un uomo vicino. L’avevi un marito e per qualsiasi motivo abbiate fatto saltare il matrimonio ora sei di proprietà esclusiva dei tuoi figli. E farai bene a starci dentro.  Fare un figlio è questo, i figli non hanno nessun bisogno di soldi, questo è un bisogno che semmai gli hai fatto nascere tu, i figli hanno bisogno di affetto e di presenza, e dei tuoi problemi, almeno fino a una certa età non gliene può fregare di meno. Non ti dico poi quanto cazzo se ne fanno della tua “famiglia allargata”. L’esigenza di un maschio nel letto è tua non è loro. Loro, i figli, magari cercheranno di non fartela pesare ma loro, se proprio, vorrebbero il loro di padre in casa, non quello di altri figli. Sarà un’altra perdita di “parte di madre” dopo aver perso il padre. Se proprio devi”allargare” la famiglia sappi che starai togliendo un altro pezzo ai tuoi figli: la casa. Tuo figlio/a è sempre lo stesso che non ha mai chiesto di venire al mondo, quello che ha già subito la perdita della famiglia e l’allontanamento di un genitore.

Non per ultima un’altra sofferenza e classica lamentela tra giovincelli è il peso del trovarsi in mezzo all’odio tra i genitori.  Sto per dire una ovvietà ma ogni volta che offendi il tuo ex marito davanti a tuo figlio stai offendendo lui stesso e quindi te stessa. I più giovani, a livello inconscio non ci mettono molto a fare due più due. E la domanda , che mi sono sentito fare da un amico molto giovane, potrebbe prima o poi uscire: “Come mai se era così stronzo la mamma lo ha  sposato e hanno fatto me? “ . E l’unica risposta logica sarebbe che lei è stronza quanto lui. Se la logica non bastasse potresti fartelo confermare da un qualsiasi psicologo che i tuoi insulti all’ex marito davanti a tuo figlio sono il modo più semplice che hai per fargli del male.

Sempre dall’ascolto di figli di divorziati emerge quasi sempre un'altra sofferenza: la mancanza di comunicazione. In occasione della uscita settimanale  i figli non hanno bisogno né di andare al luna park  né di andare al cinema. I figli hanno bisogno di riferimenti:  un accompagnatore per andare al cinema non è un riferimento.  Un riferimento è un genitore che gli parla e soprattutto ascolta i figli e questo sembra mancare parecchio.

vai alla mia Home Page