INCONTRARSI E CONOSCERSI (da giovincelli)

 

La stortura della conoscenza

 

Ero e sono tuttora convinto che “puntare” qualcuna, o “provarci”, sia una cazzata. Ho sempre pensato che, se qualcosa deve succedere, succede senza bisogno di porsi obiettivi. Questo, ovviamente, a patto che due persone possano conoscersi e frequentarsi alla pari senza condizionamenti. Purtroppo sembra che i condizionamenti, in molti casi, riescano a piantare casini che guastano sul nascere i rapporti tra le persone.

Non ho mai “invitato” ad uscire una donna che non conoscevo abbastanza bene, perché poteva sembrare un “provarci” e non era la mia intenzione. Non ho mai osato chiedere a una donna il numero di telefono, né “invitarla al cinema”, mi sono sempre limitato a darle il mio numero dicendole all’incirca “ Sto bene con te, avrei piacere di fare quattro chiacchiere una sera che sei libera: Se e quando ti và mi chiami e ti vengo a prendere”. Quello che dicevo era esattamente quello che pensavo, e mi sembrava molto opportuno, dal momento che non c’era il rischio di metterla in imbarazzo. Se voleva vedermi mi chiamava altrimenti ne faceva a meno. Oppure poteva dirmi subito qualcosa di simile a “Anch’io ho piacere di fare quattro chiacchiere con te…. se vuoi ci vediamo lunedì sera” o “ Anch’io ho piacere di fare quattro chiacchiere con te, questo è il mio numero di telefono: chiamami domani sera che ci mettiamo d’accordo”. Del resto non avevo alcuna intenzione in più di quella dichiarata.

La cosa ha sempre funzionato bene finché (avevo all’incirca venticinque anni), due mie amiche mi hanno ripreso: “Sei proprio uno che se la tira perché invece di chiedere il numero ad una tipa le dai il tuo!”. Alle mie rigide rimostranze che non voglio rompere le palle a nessuna, e che non mi frega niente di far la corte a una persona che non conosco, le mie amiche sono partite con una serie di “non capisci” piuttosto che di “te la tiri” che mi hanno lasciato spiazzato.

Le mie amiche stavano, di fatto, dicendo che un uomo o vuole una donna quindi la invita e ci prova, oppure non si azzardi a invitarla fuori da amico altrimenti nasce un problema. J  Ma non era la donna che dichiarava il timore di uscire con qualcuno perché aveva paura che lui ci “provasse”? Ma ti rendi conto dell’assurdità della cosa? Dopo questa “tirata”, ho rivisto in compagnia una ragazza alla quale avevo detto che avrei avuto piacere di vederla, dandole il mio numero, e non si era fatta sentire. Nell’ambito della serata questa persona manifestò chiaramente il piacere di essere in mia compagnia e, al momento dei saluti, mi disse di farmi sentire. Le risposi che le avevo dato il mio numero, e non l’avevo sentita. Lei disse che una donna non può chiamare. Allucinato mi venne in mente il discorso delle mie amiche, per cui le dissi “Senti, non è che vuoi che ti chieda il tuo numero e poi ti chiami io, perché se è così, basta che lo dici non c’è nessun problema”. Lei annui. Dovevo rispettare il protocollo sociale del corteggiamento!

Quindi cominciai a stare attento a formulare gli inviti secondo il protocollo sociale, finché mi trovai ad uscire con una donna che mi fece una “avance decisa” nell’assoluta convinzione che quello fosse la mia aspettativa. Parlandone con varie amiche scoprii che la donna “invitata” dà per scontato di essere desiderata.

Riassumiamo: la donna parte con il preconcetto che chi la invita la desideri, ma accetta gradevolmente solo l’invito di un uomo che non pensa che lei avendo accettato l’invito “ci stia”.

Forse c’è più di qualcosa che non và, in queste condizioni è tecnicamente impossibile conoscersi J.

Proviamo comunque a dare un’occhiata nei luoghi deputati agli incontri e alle nuove conoscenze.

 

La “caccia” nei locali.

 

Accoppiato o meno, il maschietto medio deve sempre andare a "cuccare" (sto facendo riferimento al maschietto medio: non sono tutti così!). J Il che sostanzialmente significa annoiarti e infastidirti, mentre in tutta tranquillità te ne stai in un locale o per la strada. Il maschietto medio non ha ancora capito che quando qualcuno ti piace, per quanto timida, glielo fai capire: non c'è bisogno che ti tedi per delle mezz'ore raccontandoti un mucchio di boiate inutili. L'unica cosa che ottiene menandotela con "quanti soldi ha" o "quanto è importante" è di farti ridere di gusto.

Purtroppo è convinto di smuoverti gli ormoni facendo "il figo", non rendendosi conto che quello che stai guardando è un uomo non un conto in banca o altro.

Per analizzare la situazione in tutta la sua tragedia facciamo finta di sederci ad un bancone di un locale, ordiniamo un buon rhum liscio per me e un cuba per te, scusa, preferisci un Margarita? No, il succo di frutta no, ci vuole dell’alcool per reggere certe “visioni”! J Niente reggae, siamo in un locale medio, mettiamo un triste sottofondo di commerciale.

Bene, o meglio, male, la commerciale non la reggo. J Comunque guardiamoci in giro e, in men che non si dica, becchiamo un maschietto al cucco.

Lui la vede, si avvicina con qualche scusa e dopo quattro balle le chiede il numero di telefono. Lei puoi dargli il numero vero, finto o non darglielo con qualche scusa. Sostanzialmente lui è a caccia di femmine, ma deve sembrare che vuole solo lei, altrimenti diventa “uno che ci prova con tutte” e dovendo essere lei “la più bella” non va bene. J Lei conoscerebbe volentieri qualcuno, niente di male, ma sa che non si deve capire, altrimenti diventa “puttana”, quindi, deve “farla pesare”. Una volta che gli dà il numero, lui la chiama e la invita fuori a cena (naturalmente paga lui) o al cinema (poi mi spiegate come si fa a conoscere una persona mentre si guarda un film).

Lui non vede l’ora di scoparla, ma la prima sera lei non deve dargliela, altrimenti lui pensa che sia "puttana". La seconda sera magari qualche coccola, ma la terza è il momento della verità: o si concede o lui non la “porta più fuori”. Se si concede la terza sera, allora inizia una storia perché non è "puttana".

In tutto questo procedimento chiaramente ognuno deve recitare bene il suo ruolo fino in fondo altrimenti salta tutto. Vediamo, una per una, le assurdità di questo comportamento. In questo schema la donna si lamenta perché molti uomini, quando lei accetta di uscire, pensano giacché “ci sta ”, quindi c’è il rischio che “ci provino”.

Effettivamente il rischio con l’uomo medio esiste, ma la cosa più curiosa è che la donna media non si pone mai il dubbio che questo uomo possa avere tutte le intenzioni del mondo tranne quella di portarsela a letto. J Nella sua banalità, l’approccio medio non consente all’uomo di conoscere che testa ha la donna che s’invita fuori; è possibile che, dopo averla conosciuta, questa donna non susciti più alcun interesse.

L’invito dell’uomo può essere finalizzato allo sviluppo di un’amicizia o di una compagnia in quanto la donna può essere particolarmente brillante o intelligente. Il problema nasce dal fatto che lei non può minimamente prendere in considerazione che lui possa non volere altro che fare quattro chiacchiere e questo introduce già la prima grossa stortura.

 

La “caccia” nelle discoteche.

 

Ora a puro titolo di diletto vediamo un po’ cosa succede nel luogo dove tutti vanno per “conoscere”: La discoteca. Dopo una vita passata nei locali posso proporti come luogo di studio dell’animale umano immerso nel contesto sociale, la discoteca “di tendenza” o “da fighi”. Qui il bancone non è indicato per cui andiamo a salutare il dj e ci soffermiamo dietro di lui. Dopo aver accuratamente annusato il contenuto del bicchiere per garantirci che il rhum sia originale e non taroccato ci poniamo in osservazione dell’ingresso. La parata all’inizio serata dei “ma quanto sono figo” è seconda solo a quella delle “ce l’ho solo io e lo sanno tutti”.

La tristezza delle facce (quelle poche prive di cocaina o altri stimolanti vari) è seconda solo alle poverette che mezze nude e per niente divertite ballano in dei punti rialzati del locale. Non ho mai capito dove sta il piacere di guardare una poverina isolata e triste che muove il culo, ma sembra che faccia molto “figo”. Sopratutto stimola la fantasia dei maschietti medi ... per fortuna non sanno cosa queste "cubiste" pensano di loro. Poi… “cubiste”?... al limite “culiste”… bha… J

La “lei” di turno ha passato la sera a guardarsi allo specchio per arrivare il mezzo alla “bella gente” magari con qualche “amica” e poter urlare a tutti “ce l’ho solo io; si vede chiaramente... non c’è dubbio … mi state guardando tutti!… ma statemi lontano perché io sono troppo figa per voi” Questa poverina, destinata a non essere proprio considerata da nessuno tranne che da qualche poveraccio come lei, finisce con assoluta regolarità ad andare a casa sola com’è arrivata. Di solito sono veramente sole, di bassa qualità d’animo e seriamente depresse, sono l’immagine della tristezza, anche perché vedere quel “ben di Dio” buttato via in una testa così è proprio un peccato.

Il bello di questi ambienti è che la logica comune di malcagamento è fortemente condizionante. Chiunque viene immerso in questi ambienti, riceve una tal carica di negatività e di tristezza che diventa subito parte integrante dell’ambiente assumendo un atteggiamento scostante… e questo dovrebbe essere il posto dove conoscersi? Quei pochi che riescono a superare le barriere della tristezza, devono comunque fare i conti con lo schema sociale dell’approccio.

Cosa dobbiamo pensare che ne esca?  E poi si lamentano che qualcuno si “cali” qualcosa. Cosa dovrebbe fare? Deprimersi? J

 

La stortura dell’approccio: La “puttana”.

 

Che tu l’abbia conosciuto in un locale o in una discoteca dopo le relative telefonate di rito ci esci.

Qui passiamo dall’approccio relazionale a quello fisico con la regola aurea: Tu non puoi fare la prima mossa se no sei puttana!  L’onere della prima mossa tocca a lui. Ne segue che lui ha due scelte: ti bacia prima di quando tu voglia, allora è porco, oppure ti bacia dopo che tu hai cominciato ad averne voglia e allora è imbranato. Dobbiamo poter considerare anche l’idea che non abbia alcuna intenzione di baciarti. J

Sapessi quante volte ho sentito donne lamentarsi, di quanto fosse imbranato il loro partner, semplicemente perché non faceva esattamente quello che loro speravano lui facesse. Perché queste donne non hanno fatto loro la mossa invece di aspettare che la facesse l’uomo. Perché avevano paura di essere giudicate puttane! Cioè, queste donne si accompagnavano con qualcuno dal quale avevano paura di essere giudicate. Mi vuoi gentilmente spiegare come fai a sperare che, colui il quale potrebbe giudicarti "puttana" se fai la prima mossa, non ti giudichi puttana se “ci stai”? E tu speri che un uomo del quale hai tanta stima ti baci? Non è assurdo tutto ciò? L’uomo medio forse riuscirà un giorno a capire che le donne hanno bisogno di rapporti sessuali esattamente come lui, ma, per adesso non è ancora in grado. Mettiamoci nei panni di una donna che necessita di avere dei rapporti sessuali e vediamo come può risolvere il problema. La soluzione media è trovare un uomo medio, svolgere bene l’approccio e starci “insieme”, almeno può accedere al sesso senza che a nessuno venga in mente di pensare che sia "puttana". Nel frattempo magari guardarsi in giro per vedere se trova qualcosa di meglio. Ma come si fa a costruire delle relazioni serie, quando la donna media, coercita dal dilemma sociale maschilista (l'amletico "puttana" o "brava donna") non ragiona? E l’uomo medio? L’uomo medio come al solito è peggio! J

L’uomo medio deve pensare che lei “la dia solo a lui”. Questo è il massimo dell’assurdità. Cioè “la vuole” ma lei non deve “dargliela”! Ma vi rendete conto della stupidità? Quindi la donna deve fare tutta una serie di giochini tiramolla o meglio “a lui tira... lei non la molla” per convincere lo scemo di turno che non è “puttana”. J

Ma poi cosa vorrebbe dire “essere puttana”? Sento già la risposta: “Una che la dà a tutti”, ma tutti chi ? E quanti? E come? In buona sostanza l’uomo medio deve fare sesso con qualunque donna gli si proponga; la donna non deve mai aver voglia di fare sesso, altrimenti è “puttana”. Notate bene che poi l’uomo medio si lamenta perché la propria donna non lo soddisfa. Cioè lei deve essere “puttana”, ma solo con lui.

Estremizzando questo concetto la moglie realizza la sua sessualità con l’amante perché se lo facesse con il marito, lui penserebbe che lei sia puttana.  Del resto l’uomo medio se lo merita, in quanto passa la vita a caccia di “puttane”, ma vuol sposare la “brava donna”, per poi lamentarsi che non è puttana. J

Esiste un solo modo di essere “puttana”: andare a letto con qualcuno il quale poi dice “Mi son scopato quella puttana!”. È molto semplice! J Ed è anche semplice capire che il poveretto si sta dando del puttaniere da solo, ma è un ragionamento troppo complesso, per lui, per capirlo. J Da queste riflessioni traiamo la super-psico-filo-meta massima sull’evitare di essere troia: Evita di darla a un coglione! J Non per altro, ma perché è così coglione che neanche sa cosa gli stai dando.  Magari un giorno riuscirà a capire che se desse più garanzie di tenere il becco chiuso, si vanterebbe meno con gli amici ma “combinerebbe” qualcosa di più. Non mi chiedere: “Come si fa a sapere se uno tiene il becco chiuso?”, perché sei benissimo in grado di valutare la qualità dell’uomo che hai di fronte. Basta poco per capire la serietà di un uomo, e un uomo serio non dirà mai con chi ha avuto un’avventura, proprio perché conosce il rispetto non solo verso di lei, ma anche verso se stesso.

L’uomo medio purtroppo non si rende conto che nel momento in cui offende una sua compagna offende se stesso perché nel momento in cui lei è "puttana" lui è un "puttaniere". Allora lascia perdere i puttanieri e non sarai mai “puttana”. J Qui interviene un altro limite preciso che le donne mi confessano spesso: la donna vuole sentirsi importante e quindi vuole l’uomo con tante donne perché questo la fa sentire “scelta”. Disserteremo più avanti su questo punto perché è così assurdo che merita una trattazione approfondita a parte.

Per adesso osserviamo come alla radice della nascita di molti rapporti ci sia comunque una necessaria falsità che già mina le fondamenta di qualsiasi cosa si possa costruire dopo.

 

Chi paga?

 

Molti approcci nei locali cominciano con un: “Posso offrirti da bere?”.

A proposito di “offrire” mi sembra necessario fare qualche riflessione.

Tra amici non c’è niente da disquisire, paga chi vuole; tra appena conosciuti invece, è il caso di fare una analisi delle possibili reazioni.

- Sei una “morta di sete”: Accetti e lo ringrazi perché ti ha salvato la vita. Purtroppo ti hanno tagliato l’acqua in casa e non ti puoi permettere di comprare una bottiglietta d’acqua. J Il maschietto di fatto compie un atto di soccorso non criticabile.

- Pensi: “Bene, finalmente è spuntato il coglione di turno che paga da bere. Mi tocca fargli quattro smorfie ma intanto bevo gratis”. Lui pensa: “Questa è la classica poveretta che la tira via per un paio di bevute; mi costa meno di una prostituta. Tu accetti e scappi appena finito il drink. Lui pensa:”Pazienza, questa poveretta gliela darà a qualcun altro, mò ci provo con un’altra.”

- Pensi: ”Bene, finalmente è arrivato un cavaliere”. A te piacciono molto gli uomini tradizionali, ti senti “donna di una volta”; il fatto che un uomo ti offra qualcosa ti fa sentire corteggiata. Accetti con un sorriso. Posto che l’uomo sia in grado di capire ed apprezzare la “donna di una volta” sarà gratificato dall’accettazione dell’offerta. Nel caso in cui non lo sia, ricadi nel caso precedente.

- Non stai morendo di sete per cui declini gentilmente l’invito. Permetti di offrirti da bere solo ai tuoi amici perché è un gesto affettuoso che ricambi volentieri. Inoltre preferisci darla a chi vuoi tu e non a chi ti offre da bere.

Il maschietto rimane un po’ contrariato perché il messaggio: “Non te la do per un drink” arriva forte e chiaro. Se gli interessi davvero, ed era solo un modo per conoscerti, tornerà alla carica e a questo punto più deciso anche se in modo un po’ più rispettoso.

Ovviamente non mi sono mai permesso di offrire drink, né tantomeno cene, ad alcuna donna appena conosciuta. Ciò proprio per evitare quella che soggettivamente colgo come una mancanza di rispetto. Dal momento in cui siamo tutti uguali, e abbiamo finalmente raggiunto una parità, trovo che manifestazioni come l’offrire richiamano stereotipi di uomo ricco e donna mantenuta, che dovrebbero essere cancellati dal panorama relazionale. Ovviamente ribadisco che ciò vale solo nell’approccio, nelle relazioni di amicizia non ci sono regole.

In seguito all’esposizione del mio pensiero mi sono state fatte da un’amica serie rimostranze: Lei si sente “donna di una volta” e vuole l’uomo “cavaliere”, a lei lo stereotipo dell’uomo “signore” non dispiace. Io comprendo questa posizione anche perché le riconosco la posizione di “donna di una volta” e, con questi presupposti, nulla da eccepire. Ovviamente non mi sogno di criticare l’uomo “che offre” perché, se lo fa come “ uomo di una volta” ha un suo senso.

Purtroppo, talvolta mi capita di sentir dire: “Tanto gli uomini sono tutti coglioni. Almeno che mi paghino una cena se proprio gliela devo dare. E voglio andare in un bel ristorante se no cosa gliela do a fare”.

In alternativa: “Gli uomini tanto vogliono solo scoparti, tanto vale che li sfrutti. Ti fai pagare da bere e poi non gliela dai”.

Posto che queste risposte non mi vengono da persone che stanno morendo di fame o di sete non capisco la necessità di quello che definisco comunque “umiliarsi”. Inoltre mi sorge un dubbio: Posto che gli uomini con un po’ di cervello esistono secondo te a chi van dietro? La mancanza di uomini validi e la necessità di sfruttare economicamente l’uomo medio, sono necessariamente causa ed effetto? Non potrebbero, per caso, essere effetto e causa? J  Non potrebbe essere per caso la tua mancanza di rispetto che ti tiene accuratamente lontani gli uomini validi?

A questo punto non è più semplice prostituirsi davvero? Se gliela devi dare per una cena, fatti proprio pagare per scopare, almeno assumi la condizione di onesta prostituta che, ti posso garantire, è molto più rispettata da tutto l’universo maschile rispetto alle “dilettanti”. Costoro credono di sfruttare economicamente l’uomo, il quale però sa benissimo che le sta pagando per scopare, ma fa finta di niente. Non è più facile, meno triste e più economico in termini di tempo essere chiari? J

 

Ma come siamo “messi”?

 

Come si nota chiaramente tutto è terribilmente falsato dal comportamento e dal pensiero dell'uomo medio (ribadisco che non sono tutti così J). Ovverosia il "gioco" di conoscersi è fortemente condizionato dalla tua paura di cosa pensa lui. Prima di tutto devi essere "scontrosa", altrimenti ti trovi qualche "sfigato" attaccato alla gola come un mastino che può angosciarti anche tutta la sera, poi devi effettivamente stare attenta a non fargli pensare che "sei troia". Il problema della "troia" per l'uomo medio è importante. L'uomo medio per quanto ne vada sempre a caccia, è terrorizzato dall'idea che una donna possa vivere la sua sessualità come gli pare. L'uomo medio potrà anche innamorarsi di quella che ritiene una “troia”, perché all'innamoramento non si comanda, potrà anche stare con lei ma le rovinerà la vita con una gelosia allucinante.

Purtroppo l'idea che tu ci tenga a vivere la tua sessualità a prescindere dalle sue regole sociali, pone l'uomo in una condizione di angoscia e confronto. L'uomo medio non tollera il confronto, lui sta bene quando è sicuro che tu, donna, vivi aspettando lui. Devi essere "madre dei suoi figli". 

Vorrei vedere quanti di loro, messi di fronte ad una bella "occasione", sarebbero capaci di tirarsi indietro, non ho mai capito sinceramente perché tu dovresti. Il problema è proprio questo: l'uomo medio chiede alla donna di non essere come lui. Tu devi capire che lui non può tirarsi indietro, devi tollerare le sue scappatelle. E tu? E tu lì buona... altrimenti sei troia! Sublime! J  

Esistono persone capaci di essere fedeli, non perché non hanno occasioni, perché sono capaci tutti di esserlo così, ma perché sanno esserlo. Sanno rifiutare le occasioni anche se si presentano, quegli uomini hanno il diritto di chiedere altrettanto a te. Gli altri in sostanza ti chiedono di non essere come loro.

Purtroppo il sistema vigente è che se "la molli" a un coglione, lui poi dice che sei "troia" e non sei brava donna. Pensa alla tua soddisfazione, e cerca di valutare chi hai davanti e magari avvicina tu qualcuno in tutta tranquillità e consapevolezza.

Gli uomini non son poi tutti scemi. Il dramma è che quasi tutti quelli che vengono da te lo sono. Chi conosce da vicino la giusta insofferenza delle donne per i "rompiballe", non osa disturbarti. Quindi non farti condizionare dal sistema cretino, scegli tu chi avvicinare scansando adeguatamente quelli che vedi "a caccia" serrata. Tra l'altro vedrai che non c'è niente di meglio, per valutare la qualità di un uomo, che ribaltare il gioco. Voglio dire che, è proprio nel momento in cui ribalti il gioco, che poni l'altra persona fuori dalle regole: in quel terreno di "improvvisazione" ti sarà facilissimo valutare con chi hai a che fare.

Già, ma come comportarsi?

Tutti questi discorsi non vogliono finire ad inneggiare alla libertà sessuale, perché non è un pregio fine a se stesso.  Non è andando a letto con tutti che si è felici e realizzati. Ognuno deve fare ciò che si sente. Permettimi solo di consigliarti di cuore di scansare i vari mister che sembrano l'Amleto quando attaccano con "troia o non troia: questo è il dilemma" perché nella sfera sessuale saranno uguali, non mettendoti mai a tuo agio.

Per quanto riguarda l'uomo medio, la sua paura del confronto sessuale è un fattore ancestrale, ci vorranno generazioni per cambiare questo stato di cose per cui, se hai intenzione di "sistemarti" con un uomo medio, sarà meglio che segui queste tristezze di regole, perché non hai alternative.  Piuttosto vedi che sia persona che sa dare ciò che chiede, ovvero vedi che non lo sia lui una "troia".

 Se invece non hai esigenze di sistemarti combatti contro queste boiate e, come ti dicevo, comincia dal ribaltare le regole del gioco fregandotene di tutto.

 

La lamentela dell’uomo: la donna non ha mai voglia.

 

La lamentela ricorrente dell’uomo medio è la seguente: “La donna non ha mai voglia di scopare, non si cucca un cazzo neanche stasera”.

L’uomo medio non ha capito che le donne hanno bisogno di rapporti sessuali esattamente come lui. La semplice differenza è che non possono farlo come lui.

Probabilmente gli uomini che si lamentano non hanno mai provato per un istante a mettersi nei panni di una femmina carina. Hanno mai provato ad immaginare per un istante che quasi tutte le donne che incontrano vogliano scoparseli? Qualcuno direbbe: “Magari”! Probabilmente non si sono accorti che molti di coloro che hanno dietro troppe donne finisce per cercare uomini. Pensate a chi lavora nel campo della moda piuttosto che agli attori o a molti cantanti. Senza arrivare a questi estremi il fatto che “Il troppo storpia” è sempre stato indiscusso. Sapendo di avere tante alternative chiunque vorrebbe la femmina sempre più bella sempre più perfetta e magari anche intelligente. Ciò che è troppo a portata di mano finisce per non essere interessante o comunque non stimolante; se alla fine della serata, continuando a scartarne perché “non interessanti”, si finisse ad andare a casa da soli, poco male: “Stasera mi riposo tanto domani ci sarà la fila ancora”. Sostanzialmente la disponibilità e il basso costo di un prodotto rendono il prodotto poco interessante. Non è difficile capire a questo punto le donne, che tra l’altro hanno da perdere molto in termini di immagine sociale. Una donna cresce e vive con la disponibilità costante di sesso da parte di quasi tutti gli uomini che incontra. Ma quale interesse può sviluppare per una cosa così facile anzi sostanzialmente fastidiosa perché alla lunga anche il più elegante “tacchino” stufa.

Ne deriva che la femmina sembra avere meno desiderio del maschio. In buona realtà è falso. Le donne che vivono una “sana e consapevole” sessualità hanno lo stesso desiderio di sesso dell’uomo. Naturalmente questo desiderio si esprime se il compagno è veramente “bello” ( leggi attraente per lei) esattamente come l’uomo ha bisogno di una donna “bella” (leggi attraente per lui) per “arraparsi”. Perché l’uomo medio non ha ancora capito che la donna, esattamente come lui, ha voglia di fare sesso se il suo uomo la attrae. È molto più comodo dire: “La mia tipa non ha voglia di scopare”. Mai gli viene il dubbio che non abbia voglia di scopare con lui. Altra assurdità fondamentale è che il maschio prima crea un sistema fatto di "troie" e "brave ragazze" poi si lamenta perché non ne trova che abbiano voglia di farsi dare della troia dopo essere andate a letto con lui J.

 

“Cuccare” via Internet.

 

Si parla tanto d’incontri via internet e sento fare dei minestroni che, se fossero edibili, risolveremmo la fame nel mondo. J  A mio parere internet ha dato una spinta positiva alla vita di relazione. Molte persone scambiano pareri e s’incontrano per condividere le passioni più varie; da questi incontri nascono molte vere amicizie. Basta avere una passione qualsiasi, un accesso alla rete e di solitudine non soffre più nessuno. J

È logico che questo strumento sia usato anche per aumentare le possibilità di successo nella ricerca di “compagnia”. Coloro che criticano l’uso di questo strumento ne sottolineano la pericolosità, in quanto ci si espone ai rischi fisici di incontrare e relazionare con persone sconosciute. Tutto vero, per carità. Ciò che però non è considerato in quest’analisi è che, il rischio corso da una donna che conosce uno in un locale e se lo porta a casa, è tecnicamente maggiore di quello connesso alla conoscenza via internet. Il tracciamento su chat e siti d’incontri permette di identificare l’eventuale malfattore molto più facilmente rispetto a una conoscenza in un locale. Ne deriva che la “conoscenza” via internet è sicuramente più sicura rispetto a quella fatta per la strada. Il problema non è il “cuccare” via internet o in un  locale ma comprendere l’esigenza di portarsi a casa il primo coglione che incontri. I rischi non sono solo fisici ma anche e soprattutto fisiologici. Secondo te un noto “impestato” riesce a rimorchiare tra le sue conoscenze? J Mah…

Spostando il discorso dalla ricerca di sesso facile a quella dell’anima gemella una cosa è certa: I siti d’incontri fatti bene, a mio parere, offrono un panorama sulla persona forse migliore rispetto a una conoscenza in un locale. A sensazione, è percentualmente più facile trovare un “cerebrato” in questi siti che in un locale. Dieci righe scritte offrono, a chi sa leggerle, una bella possibilità di valutazione del tipo di persona con cui si sta comunicando. Una corrispondenza di almeno una decina di mail è in grado anche di mostrare se esistono delle affinità importanti. Certo, mancano molte altre cose, però rimane una bella opportunità per fare buone conoscenze, soprattutto per chi non ha molte altre possibilità. Almeno il primo incontro andrebbe effettuato di giorno e in ambiente molto protetto. Tieni le antenne alzate anche per scansare sposati e accoppiati a caccia e in questo senso ti risulterà utile, prima dell’incontro vero e proprio, cercare “tracce” informatiche della persona con cui stai scambiando mail. Fatti dare altri suoi account su altri siti che ti possano dare un panorama allargato dell’esistenza di questa persona. Tipicamente gli sposati non si espongono mai con foto o nomi veri su internet dovendosi nascondere dalla moglie. L

Certamente questi siti non ti daranno la possibilità di conoscere persone molto particolari, non tanto perché non ci siano, ma perché, basandosi la conoscenza via mail su paniere del politicamente corretto, è difficile far emergere e quindi cogliere varie sfumature. In un pianeta di replicanti le sfumature sono proprio quelle che fanno la differenza tra le persone.

Le chat, invece, non le ho mai capite. È un sistema di pesca “al buio” che corrisponde a uscire da casa e salire sulla prima macchina che incontri. Per quel che vale, non capisco il perché non potresti fermare qualcuno per strada o in un ufficio postale e dirgli: “Sono in cerca di nuove conoscenze. Mi sembri un tipo interessante. Ti va se facciamo quattro chiacchiere?”. Cosa cambia rispetto a beccare qualcuno via chat? Il concetto è identico.

Tutte queste “attività” via internet hanno senso a una certa età, perché le possibilità di conoscenza sono relativamente poche, ma le sconsiglierei vivamente alle giovincelle. Ciò perché il “mondo sociale internet” può essere un valido ausilio, quando una vita è già stata vissuta in parte: Quella parte di vita va vissuta necessariamente “al naturale”. Prima devi imparare a relazionare e a valutare le persone dal vero, poi puoi tentare di farlo via internet.

 

Droghe, cocaina e schiavizzazione.

 

Prima di chiudere l’argomento nuove conoscenze da giovincelli mi soffermerei un momento sull’argomento droghe. Una premessa: Non è mia intenzione parlare male delle droghe. Quasi tutti si drogano; alcool, calmanti, e antidepressivi, sono droghe a tutti gli effetti e sono legali nel mondo occidentale.

In altri paesi ci sono altre droghe ed è curioso notare che dovunque sia uso comune usare una droga, è d’uso bandirne un’altra senza alcuna logica medica. Il sistema di divieto non si basa su logiche di protezione del cittadino ma solo su ideologie o interessi economici.  La mancanza di logiche crea confusione. Nella confusione e nel divieto prosperano al meglio coloro che lavorano nel mercato della droga: Tutto scontato.  Nella confusione ognuno, più o meno ignorante, dice la sua così, in particolare i più giovani, rimangono disorientati.

L’Alcool è la droga più diffusa nel mondo occidentale e fortunatamente è legale. È evidente la sua capacità di “modificare la percezione della realtà” per cui evitiamo discussioni sulla definizione di alcool come droga. Il fatto che sia legale, e per esserlo viene definito “alimento”, non significa che non sia pericoloso. È notevolmente più velenoso di altre droghe non legali e letale se viene bevuto in modo stupido. Questi “geni” che vietano gli alcolici ai minori se si degnassero di spiegare loro “come si beve” risolverebbero alla radice il problema. Troppa fatica eh? Più facile vietare.

Supponiamo di essere in pasticceria e vedere entrare una persona che compra un cioccolatino di pregio e lo inghiotte. Pensi: Che cazzo hai preso un buon cioccolatino se poi invece di gustarlo lo inghiotti senza sentirne il sapore? Va bene. Non contento l’avventore compra un pasticcino e lo inghiotte. A questo punto rimani allucinata e decidi di seguirlo. Entra in un ristorante, ordina ostriche e champagne. Inghiotte le ostriche e beve a canna trangugiandolo lo champagne. A questo punto cominci a pensare di chiamare un’ambulanza.

La sera stessa esci e vai in locale a trovare una compagnia di amici. Uno dice: “Facciamoci un chupito con la pera”. Andate verso il bancone e prima inghiottite un bicchierino di rhum, poi uno di succo di pera.

Forse non ti rendi conto, ma io, in un angolo del locale, ti sto guardando nello stesso modo in cui tu guardavi l’inghiottitore di cioccolatini; ci vuole un’ambulanza anche per te. Primo, che cazzo trangugi un rhum senza gustarlo che ti fa male e basta, secondo, che cazzo trangugi un succo di pera, che oltre a far schifo J , ti rovina quel niente di gusto di rhum che ti rimane in gola. È di moda? Bella roba. Speriamo che non diventi di moda bersi un piatto di tortiglioni al ragù frullati altrimenti giuro che cambio paese! J

Inghiottire alcool è decisamente stupido, primo perché non te lo gusti, secondo perché quando ti comincia ad entrare in circolo, arriva di colpo al fegato. Il povero fegato annegato di colpo di veleno non riesce a smaltirlo: L’alcool arriva al cervello e ti senti sbronza o vai addirittura in coma etilico e muori.

 L’alcool è un gustosissimo veleno. Assunto poco per volta viene assorbito lentamente e il fegato fa il suo lavoro distruggendo le molecole di alcool prima che arrivino al cervello.  Tieni conto che l’alcool ci mette dai venti ai quaranta minuti ad entrare in circolo. Se tu decidi di trangugiare una bottiglia di whisky in venti minuti puoi farlo, dopo, appena ti accorgi che ti sta salendo al cervello non puoi più farci niente, sei morta. Allora bevi sempre molto lentamente e non buttare mai giù di colpo alcunché. Bevendo lentamente hai il tempo di accorgerti se l’alcool comincia ad arrivarti al cervello e hai il tempo di rallentare o smettere di bere. Ti assicuro che con un po’ di esperienza puoi gestirti anche per diverse ore di condizione “euforica” senza bisogno di star male. Se l’alcool comincia a darti fastidio, c’è un solo rimedio: bevi più acqua che puoi, naturalmente a temperatura ambiente.

L’alcool è una droga che da assuefazione, bevendo spesso si rischia di finire “alcolizzati” cioè “tossicodipendenti”. Se ti ubriachi una volta la settimana, ti puoi rovinare la salute ma non diventi alcolizzata, viceversa bevendo magari poco, ma lungo tutto l’arco della giornata, sei a rischio alcolismo.

Quando inizi a far colazione a toast e birra e continui a bere fino a che vai a dormire, è meglio che ci dai un taglio perché stai correndo un grosso rischio.

Io mi limito ad assumere (tanto) alcool ma è sicuramente più dannoso di marijuana, cocaina e benzodiazepine varie. Si tratta sempre di non esagerare tenendo ben presente il rapporto costo/benefici. Viceversa eroina, lsd e altre porcate chimiche non ti danno il tempo di capire quali siano i costi. In particolare l’eroina crea una fortissima assuefazione che da dipendenza in tempi brevissimi. Il mettere nello stesso “paniere" eroina e marijuana è un atto ideologico che, come al solito, crea danni gravi.  

La marijuana è una droga diffusissima che è decisamente meno velenosa dell’alcool, non dà dipendenza fisiologica ma ha anch’essa una controindicazione. La marijuana ha sostanzialmente un effetto calmante, ansiolitico e in quantità più elevate leggermente euforico. Il suo effetto è sostanzialmente simile a quello all’alcool. Proprio perché meno velenosa dell’alcool, però, è più facile estenderne l’uso a tutta la giornata.

Durante l’età dello sviluppo si forma anche il carattere degli individui che deriva dall’elaborazione degli stimoli che la vita fornisce. Io capisco che la vita sia una merda e, almeno qualche volta, uno vorrebbe percepirla con occhi falsati da una droga, però, attenzione, perché la vita rimane una merda. Ora, se uno passa cinque anni del suo sviluppo vedendo la vita per dieci ore al giorno con degli occhiali deformanti, è chiaro che finisce ad elaborare stimoli falsi. L'elaborazione di stimoli falsati forma un carattere che nulla ha a che fare con la vita reale. Ecco perché molti dicono che la marijuana alla lunga rincoglionisce. Tienine conto, perché questo è vero.   

Rimanendo nell’ambito degli obiettivi di queste pagine mi premeva aprire un discorso particolare sulla cocaina. In realtà quella che ti spacciano per cocaina in realtà è al 90% una specie di anfetamina che è una schifezza. L’anfetamina da fastidio per cui si beve alcool che ha un effetto antagonista all’anfetamina in modo da far emergere l’effetto di quel poco di cocaina vera che si è assunta. L’effetto della coca-anfetamina passa rapidamente e di colpo sale l’effetto dell’alcool e, se uno sta guidando, si spiaccica contro un albero. Non è morto a causa dell’alcool ma dell’anfetamina, comunque continuiamo a pigliarci per il culo con gli etilometri.

Ad ogni modo la cocaina sembra non dare assuefazione fisiologica, ma indubbiamente crea una fortissima dipendenza psicologica. Ti fai un pippotto e ti senti una dea: Quando ti passa l’effetto, ti senti più una merda di prima. Bella roba, io l’ho sempre scansata come la peste. Comunque nell’ambito dei locali girano maschietti che cacciano secondo la teoria “pizza, pippotto e trombata”. È una teoria piuttosto semplice che ci facciamo spiegare direttamente da uno degli interessati che giracchia con faccia stordita ma occhio, secondo lui, molto vigile in un locale “di tendenza”:

“Grazie per avermi interpellato; la cosa è piuttosto semplice. Tu vai in giro con qualche riga (di cocaina) sempre in tasca. Becchi qualche rincoglionita, di quelle un po’ ignoranti, no? Bene. La convinci a provare a farsi una riga. La cogliona dopo al massimo un paio di pippotti ne vuole ancora a quel punto nel giro di poco te la scopi. Più son rincoglionite e più si fanno prendere. Non c’è bisogno del cenone al ristorante. Le fai mangiare una pizza, un bel pippotto e te la trombi. Semplice, efficace e poco costoso. Le modelline sono tutte così. I coglioni le portano nei ristoranti fighi spendendo un pacco di soldi. Io do loro un buon pippotto e il gioco è fatto. Poi la coglionazza ne vuole ancora e per averne deve uscire con me chiaro? E ovviamente se ne vuole si tromba. Certo, alle coglionazze basta roba anche schifosa tanto non capiscono un cazzo, invece con le modelline ci vuole coca abbastanza buona, però costa sempre meno della cena”.

Ho riportato il discorso di questo “genio” per farti una raccomandazione. Se qualcuno che non conosci ti offre da bere è perché ti vuol scopare; fin qui niente di strano. Se qualcuno insiste per farti provare droga in generale mandalo a fare in culo, perché non vuole solo scoparti; vuol farti fare la fine della “coglionazza”.  Come ti ho detto non sono contro le droghe ma se proprio decidi di drogarti, fallo in autonomia e trovati prima un fornitore valido da cui puoi comprare quello che vuoi. Ormai la coca te la vendono a 10 Euro, se devi farti scopare per soldi, fattene dare almeno 50 altrimenti non ha senso J.

Cambiamo discorso; se devi andare in giro a “farti” qualcosa procurati un’amica che rimanga “vigile”. Non ti deve far la multa J, deve evitarti di finire a casa di qualcuno senza capire che cazzo stai facendo.

Ne ho viste di ragazze mal messe portate via di peso da sconosciuti che di sicuro non avevano l’intenzione di portarle in ospedale. La cosa più drammatica è che, a posteriori, non potevano neanche fare una denuncia per violenza carnale perché non si può denunciare qualcuno nel momento in cui non ti ricordi niente di quello che ti è successo. Episodi di violenza carnale, non denunciabili e, infatti, non denunciati, ne avvengono parecchi nella realtà dei locali di grandi città.

Se vuoi andare in giro per locali a ubriacarti e/o drogarti vedi di andarci in compagnia.  

Evita di bere o accettare da bere da gente che non conosci. Gli episodi in cui nel bicchiere c’è qualche stronzata non sono molti ma una volta che sei drogata e rincoglionita è un attimo portarti a casa e violentarti. Ti posso garantire che in seguito non riuscirai a fare una denuncia attendibile perché, di fatto, eri drogata. È questo il bello; “cornuta e mazziata”. Se ne sa poco in giro, tantomeno se ne parla sui giornali proprio perché non si può dimostrare nulla. Insomma, evitare di andare a drogarti da sola e di bere “roba” d’altri non mi sembrano grandi limitazioni alla tua libertà. Questi due semplici accorgimenti ti possono evitare situazioni quantomeno spiacevoli quali, ad esempio, svegliarti nuda e appicicaticcia a casa di qualcuno che ti dirà che l’”hai voluto tu”, tanto tu non ricordi nulla.


 

 

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